Una preziosa Ferrari 166 MM Touring Barchetta del 1950 sarà battuta all’asta dagli specialisti di Bonhams nella sessione di vendita di Parigi, che andrà in scena il 6 febbraio 2025. È davvero raro imbattersi in una opportunità del genere, perché i collezionisti non cedono volentieri gioielli di questo lignaggio. Quando capita, per gli appassionati più ricchi si fa irresistibile il desiderio di procedere all’acquisto. Le cifre restringono però la platea dei sognatori.
Anche se non è previsto un prezzo di riserva, si può immaginare il tenore della spesa. Le stime della vigilia danno un’indicazione, muovendosi in una forbice di valori fra 4 e 6 milioni di euro. Non si possono escludere numeri ancora più alti. Come riferito in altre circostanze, qui la competizione fra i potenziali acquirenti e l’intensità della loro febbre potrebbe spingere il prezzo di aggiudicazioni verso importi ancora più alti.
A passare di mano sarà l’esemplare con telaio numero 0034. Stiamo parlando di una delle prime “rosse” costruite. Penso che molti interessi abbiano già preso forma per questo straordinario gioiello. In attesa dei dati descrittivi completi del lotto, che giungeranno con l’approssimarsi dell’asta, passiamo in rassegna gli elementi già offerti alla conoscenza del pubblico.
Questa Ferrari 166 MM Touring Barchetta fu consegnata nuova al conte Paolo Marzotto. Tanti gli impegni sportivi sostenuti nel tempo. Si spazia dalla Mille Miglia al Gran Premio di Monaco, passando per il Giro di Sicilia e la Coppa d’Oro delle Dolomiti. Dopo la fase agonistica, l’auto è stata usata in manifestazioni di notevole rilievo, come le rievocazioni storiche della “Freccia Rossa” degli anni ’80 e ’90, con Charles Pozzi al posto guida.
Dal 1994 questo gioiello è nelle mani dello stesso proprietario. Ora si appresta a cambiare casa, per fare la gioia di qualche altro collezionista. Le due “emme” affiancate nella sigla della Ferrari 166 MM Touring Barchetta sono un tributo al successo guadagnato dalla 166 C alla Mille Miglia del 1948, con Biondetti e Navone al volante. La parte numerica della sigla, invece, mette subito in chiaro la cilindrata unitaria. Basta moltiplicarla per 12 e si ottiene quella complessiva.
Fra i clienti di questo modello ci fu anche l’avvocato Gianni Agnelli, che se ne concesse un esemplare bicolore, di cui era innamorato. A lui si deve l’appellativo di “barchetta” dato alla vettura, il cui taglio espressivo evocava nel celebre imprenditore italiano l’idea di una piccola imbarcazione rovesciata. Lo stile è quanto di più pulito si possa immaginare. Qui non c’è nessun elemento superfluo a sovraccaricare la linea. Alla nervatura laterale il compito di rendere ancora più snella la fiancata, con grande delicatezza linguistica.
La grande calandra frontale diventa l’elemento più “pesante” e identificativo del modello, ma il carattere stilistico emerge da ogni prospettiva d’osservazione, nonostante la semplicità dei tratti. Touring, per plasmare la sua carrozzeria, fece appello al sistema di fabbricazione “Superleggera“, tipico del marchio. Questa vettura seppe brillare in gara, con successi di grande prestigio, che diedero molta visibilità ad Enzo Ferrari e alla sua azienda.
Gran parte del merito delle performance sportive della Ferrari 166 MM Touring Barchetta vanno ascritte al motore V12 da 2 litri di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 140 cavalli a 6600 giri al minuto, su un peso di 650 chilogrammi. Dalla leggerezza dell’auto si intuiscono la sua tempra dinamica e la sua agilità. Notevole la punta velocistica, nell’ordine dei 200 km/h. Anche l’accelerazione è all’altezza. La gestione dell’energia propulsiva, scaricata sulle ruote posteriori, prende forma col supporto di un cambio a 5 rapporti. Fra i punti di forza di questa creatura da gara, la grande affidabilità.
Fonte | Bonhams Cars