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Alfa Romeo 159: 20 anni per la berlina del “biscione”

Bella e muscolosa, l’Alfa Romeo 159 è più che maggiorenne.

Alfa Romeo 159
Foto Alfa Romeo

Nel 2025 compie il ventesimo compleanno l’Alfa Romeo 159, che riprende il nome di un glorioso modello da corsa della casa milanese, con il quale Juan Manuel Fangio mise a frutto il talento di guida, guadagnando il suo primo titolo piloti in Formula 1, nel 1951. Questa berlina a 3 volumi, poi offerta anche in versione station wagon (Sportwagon), fece il suo debutto nel 2005, per prendere il posto della riuscitissima 156, madre del nuovo corso stilistico del “biscione”.

Rispetto alla progenitrice era altrettanto scultorea, ma ancora più sportiva nei tratti, per una miscela visiva intrigante, che sapeva catturare gli sguardi. Ancora oggi l’Alfa Romeo 159 continua a piacere, per il fascino delle linee, attuali più di quelle delle rivali del tempo. Il merito è dell’eccellente lavoro stilistico svolto da Giorgetto Giugiaro, cui si devono le alchimie estetiche della carrozzeria. Da un autore come lui era lecito aspettarsi l’eccellenza creativa, maturata in modo efficace nel modello di cui ci stiamo occupando. Molto riuscito il frontale, ispirato a quello della Brera, ma è l’insieme a colpire nel segno.

Durante il ciclo produttivo, andato avanti fino al 2011, l’Alfa Romeo 159 seppe guadagnare il suo seguito di fedeli, con quasi 250 mila esemplari prodotti. Declinata anche in versione familiare, riuscì a conservare in questa veste il suo fascino. Poche le station wagon in grado di esprimere la sua stessa armonia, in una silhouette di taglio sportivo che la faceva allontanare dalle forme di alcuni modelli della concorrenza, più simili a mezzi da lavoro o carri funebri.

Alfa Romeo Pomigliano

Qui, però, ci occupiamo della berlina a tre porte, non solo perché esprime la concezione iniziale del progetto, ma anche in ragione del fatto che suo è il ventesimo compleanno celebrato nell’articolo proposto oggi alla vostra attenzione. Questa vettura, oltre che bella, era anche robusta e sicura. Le cinque stelle guadagnate nei test Euro NCAP stanno a dimostrarlo. Quanto basta ad evidenziare come il lavoro progettuale non si sia concentrato prevalentemente sulla forma, ma abbia anche investito la sostanza, con la giusta chiave interpretativa. Possiamo affermare di essere al cospetto di un’auto solida, oltre che gradevole.

Belli pure gli interni dell’Alfa Romeo 159, il cui abitacolo si caratterizza per la consolle centrale orientata verso il guidatore. Una scelta visivamente appagante ed ergonomicamente efficace. Sul piano strutturale, il modello nacque su un pianale Premium sbocciato nel periodo della joint venture tra Fiat Group e General Motors, ma la sua applicazione si limitò alle sole auto della casa milanese, investendo un ventaglio ristretto di modelli.

A fare da cornice al debutto della berlina di cui ci stiamo occupando fu il Salone dell’Auto di Ginevra, nel mese di marzo del 2005. Sono passati quattro lustri da quel momento. Immediato il feeling con la vettura lombarda, che seppe catturare immediatamente gli occhi dei visitatori della rassegna svizzera con la forza delle sue scelte stilistiche, coraggiose per una berlina a tre porte.

Di particolare aggressività il frontale, pungente e segnato da sei piccoli gruppi ottici rotondi, le cui alchimie hanno concorso allo sguardo felino del modello. Armoniche le proporzioni del profilo laterale. Splendido anche lo specchio di coda, che trasmette un senso di larghezza, dando l’idea di un’auto ben poggiata al suolo. Il tutto miscelato con una buona efficienza aerodinamica, testimoniata dal Cx di 0.32.

Alfa Romeo 159 Q4

Pure sul piano tecnico l’Alfa Romeo 159 sapeva convincere. Particolarmente efficace il comparto sospensioni, a quadrilatero alto all’anteriore e multilink a tre bracci al posteriore. Questo, insieme alla robustezza del telaio, concorse a determinare un quadro dinamico di eccellenza, con doti di handling non comuni nel suo segmento di mercato. La tela migliorò ulteriormente con la riduzione del peso messa a frutto con il secondo step del modello, modificato più sul piano strutturale che estetico.

I clienti, nell’arco della carriera commerciale, ebbero la possibilità di scegliere fra otto propulsori: cinque di questi erano a benzina, gli altri diesel. Versione di punta dell’Alfa Romeo 159 era la 3.2 V6 JTS, disponibile sia a trazione posteriore che con la trazione integrale Q4. In questa variante propulsiva, la berlina del “biscione” erogava una potenza massima di 260 cavalli, con un picco di coppia di 322 Nm a 4500 giri al minuto. Le performance erano degne delle aspettative, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7.1 secondi e una velocità massima di 250 km/h, nella versione con le ruote motrici dietro. Solo un soffio meno incisiva la Q4.

L’auto milanese fu proposta negli allestimenti “Base” (non disponibile in Italia), “Progression”, “Distinctive”, “Super”, “Exclusive”, “Sport Plus”, “TI”. Nacquero pure delle serie speciali, come l’Alfa Romeo 159 SBK Safety Car. Grande la diffusione della vettura tra le forze dell’ordine, dando continuità ad una liaison di lungo corso, che oggi purtroppo si è compressa, con l’arrivo nelle flotte di carabinieri e polizia di auto di marchi, anche esteri, il cui peso specifico è aumentato.

Plasmata nel sito produttivo di Pomigliano d’Arco, la berlina messa a fuoco in questo post era adeguatamente dimensionata, per assolvere al meglio al suo compito. Queste le misure: 4660 mm di lunghezza, 1828 mm di larghezza, 1417 mm di altezza, 2700 mm di passo. Il peso cambiava in base alle specifiche di allestimento, ballando in un range da 1380 a 1630 chilogrammi. Dopo di lei giunse la Giulia, anch’essa gradevole sul fronte stilistico, ma forse meno carismatica nella vista laterale.

Alfa Romeo Alfa 159 - FCA

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