Dopo un periodo di fermo produttivo durato due mesi, l’impianto Stellantis di Cassino riapre finalmente le sue porte, permettendo così agli operai di tornare al lavoro. Questa ripresa segue un periodo di incertezze e difficoltà che ha colpito il settore automobilistico, ma anche il gruppo Stellantis, che si prepara ad affrontare sfide significative nel 2025.
Dopo due mesi di stop alla produzione riparte finalmente lo stabilimento Stellantis di Cassino
L’anno che sta per iniziare non si prospetta facile per Stellantis, come per il resto dell’industria automobilistica. Due questioni cruciali dovranno essere affrontate con urgenza: innanzitutto, la nomina del nuovo amministratore delegato che prenderà il posto di Carlos Tavares, il quale si è dimesso all’inizio di dicembre dello scorso anno.
Questo passaggio rappresenta un cambiamento importante per il gruppo italo-francese, e la scelta del nuovo leader sarà determinante per il futuro dell’azienda. In secondo luogo, Stellantis dovrà dare il via al ‘piano Italia’, che è stato presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 17 dicembre scorso e che prevede investimenti significativi, pari a 2 miliardi di euro, da realizzare entro la fine dell’anno. Questo piano sarà cruciale per rafforzare la presenza e la competitività di Stellantis in Italia, un mercato strategico per il gruppo.
Nel giorno in cui gli operai di Stellantis tornano finalmente al lavoro, è l’intero settore dell’indotto a mobilitarsi per difendere i propri diritti. Infatti, mentre la produzione riprende, i riflettori si spostano sui lavoratori che, pur non essendo direttamente impiegati dall’azienda principale, sono comunque coinvolti nei processi che sostengono la sua operatività quotidiana.
In particolare, sta per scadere il termine del congelamento della procedura di licenziamento per ben 32 dipendenti della De Vizia, una società che si occupa dei servizi di pulizia e gestione dei rifiuti industriali all’interno dello stabilimento Stellantis di Cassino. Questi lavoratori, che da tempo prestano servizio per l’azienda, si trovano ora in una situazione di incertezza. Durante un incontro tenutosi lo scorso 9 gennaio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), le parti coinvolte avevano raggiunto un accordo per fermare i licenziamenti fino al 31 gennaio. Questo periodo di sospensione sta per giungere al termine, e la questione sarà nuovamente trattata durante il prossimo incontro, che si terrà alla fine del mese.
Oggi, quindi, i 32 dipendenti che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro hanno deciso di unirsi in un presidio per manifestare la loro preoccupazione e chiedere soluzioni concrete. Questo gesto simbolico rappresenta un appello alla sensibilizzazione delle istituzioni e delle aziende coinvolte affinché vengano trovati percorsi alternativi per evitare il licenziamento di questi lavoratori.