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Stellantis riaccende i motori a Mirafiori: ma per quanto tempo?

I cancelli della porta 2 riaprono per gli operai impegnati nell’assemblaggio della Fiat 500 elettrica e delle Maserati

Stellantis Mirafiori

A Mirafiori si riparte, ma solo per un periodo limitato. I cancelli della porta 2 riaprono per gli operai impegnati nell’assemblaggio della Fiat 500 elettrica e delle Maserati, ma con una programmazione già definita sia per l’inizio che per la fine di questa ripresa. Secondo Gianni Mannori della Fiom, la prospettiva di lavoro per la 500 elettrica è attualmente di sole due settimane, mentre per la produzione delle Maserati si parla addirittura di pochi giorni. 

A Mirafiori riparte la produzione ma per un tempo molto limitato

Durante questa fase, si prevede che il numero di Fiat 500 BEV assemblate sarà compreso tra 140 e 160 unità per turno, dalle 6 del mattino alle 14, mentre per le Maserati si parla di una produzione decisamente più limitata, con circa sette vetture per turno e un totale stimato di soli 30 esemplari. Le ragioni di questi numeri così contenuti sono chiare: la Fiat 500 elettrica ha ordini in calo, e la Maserati, nonostante il prestigio del marchio, soffre per il prezzo elevato e un progetto che ormai appare datato. 

La situazione evidenzia le difficoltà di un settore che sta affrontando una transizione complessa e una domanda di mercato in netto calo. Per molti lavoratori e sindacalisti, la ripresa temporanea di Mirafiori non rappresenta una vera soluzione, ma solo un palliativo in un contesto produttivo che necessita di riforme e strategie più incisive per garantire stabilità e futuro.

Nel frattempo, in attesa che la produzione della Fiat 500 ibrida prenda il via entro la fine del 2025, con un obiettivo stimato di 100.000 veicoli all’anno, la regione si prepara a mettere in campo una misura di sostegno significativa. Oltre 10 milioni di euro saranno erogati per integrare il reddito degli operai del settore automotive attualmente in cassa integrazione, un gruppo che conta oltre 2.000 lavoratori. Questi fondi saranno destinati non solo a fornire un supporto economico, ma anche a finanziare corsi di formazione professionale per migliorare le competenze e facilitare un eventuale reinserimento nel mercato del lavoro.

Questa iniziativa rappresenta una risposta concreta a una crisi che ha colpito duramente il comparto automobilistico e arriva dopo due anni di richieste avanzate dalla Fiom. Il sindacato ha insistito a lungo sull’urgenza di un intervento mirato per garantire un sostegno immediato ai lavoratori e ora attende che vengano chiariti i meccanismi operativi per consentire l’accesso a questi fondi.

Tuttavia, la misura, pur importante e apprezzata, non offre una prospettiva a lungo termine. La crisi strutturale del settore richiede infatti strategie più ambiziose e piani di sviluppo industriale che vadano oltre la formazione e i sussidi, per garantire una ripresa stabile e sostenibile, in grado di valorizzare le competenze e assicurare un futuro ai lavoratori coinvolti.

Fiat 500e USA Mirafiori

Secondo la Fim, questa soluzione rappresenta un sostegno importante per i lavoratori di Mirafiori, soprattutto in attesa di un ammortizzatore sociale straordinario che possa offrire una maggiore stabilità economica. Tuttavia, come ha sottolineato il segretario Rocco Cutrì, sarà necessario attendere che vengano chiariti tutti gli aspetti tecnici e i dettagli operativi del provvedimento prima di poter esprimere una valutazione complessiva.

Nel frattempo, Stellantis continua a muoversi strategicamente per affrontare le sfide legate alle normative sulle emissioni di CO2. Per evitare maximulte, il gruppo ha stretto un’alleanza significativa con Tesla, che potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo importante. Sul fronte internazionale, John Elkann parteciperà al giuramento di Donald Trump, evento che alimenta preoccupazioni nel settore per i possibili effetti di nuove politiche commerciali, in particolare l’imposizione di dazi che potrebbero penalizzare gravemente il comparto automobilistico europeo.

In questo scenario complesso, cresce anche l’attenzione su un eventuale ingresso diretto di Elon Musk a Torino. La possibilità che Tesla decida di investire nel capoluogo piemontese potrebbe rappresentare una svolta decisiva, offrendo nuove opportunità di sviluppo industriale e occupazionale. L’arrivo di Musk non solo rafforzerebbe la presenza di tecnologie avanzate sul territorio, ma potrebbe anche contribuire a mitigare gli effetti di una politica commerciale più protezionistica, offrendo una risposta concreta alle sfide globali del settore automotive.