Alcuni giorni fa vi avevamo raccontato del ritorno a Maranello della Ferrari 250 LM vincitrice della 24 Ore di Le Mans del 1965, prima dell’asta celebrata nelle scorse ore dagli specialisti di RM Sotheby’s, a Parigi. Oggi ci occupiamo ancora una volta di questa magnifica vettura da gara, per il clamore destato dalla cifra record alla quale è stata venduta: 34.880.000 euro. Siamo ben oltre le quotazioni della vigilia, che si spingevano fino a 25.000.000 euro, ma era prevedibile una bella lotta a suon di rilanci fra i contendenti, per l’esclusività del lotto proposto ai potenziali compratori.
Qui, infatti, siamo al cospetto della Ferrari 250 LM più prestigiosa in assoluto, avendo vinto la regina delle gare endurance, in un’epoca dove il peso specifico di queste sfide era al vertice dell’universo sportivo. Ora l’esemplare in questione, oltre ad avere un posto di riferimento nella storia dell’automobilismo da corsa, guadagna un presenza nell’Olimpo delle “rosse” vendute a prezzo più alto nel corso degli anni.
L’opera d’arte di Maranello è stata offerta, tramite RM Sotheby’s, dall’Indianapolis Motor Speedway Museum, nella cui collezione brillava come una stella. Adesso andrà ad impreziosire qualche altra raccolta da sogno, anche se non si hanno indicazioni su chi ha effettuato l’acquisto, probabilmente per ragioni di privacy. Con questa vettura la casa emiliana sugellò il traguardo delle sei vittorie consecutive nella sfida della Sarthe.
La Ferrari 250 LM in esame è stata l’unica “rossa”, fra quelle iscritte da privati, ad essersi imposta nella leggendaria gara francese. È stata inoltre la sola creatura del marchio, risalente all’era di Enzo Ferrari (1947-1988), ad aver preso parte a sei corse di 24 ore, equamente divise fra Le Mans e Daytona. Senza ombra di dubbio abbiamo a che fare con il più importante dei 32 esemplari della specie, il sesto ad aver preso forma.
Parlare di un mito a quattro ruote non è per nulla esagerato, ma è un’affermazione perfettamente in linea coi contenuti del mezzo. Ecco perché in occasione del suo recente rientro a Maranello, la Ferrari 250 LM protagonista del nostro articolo è stata accolta come una regina, per essere onorata dalle 499P che hanno vinto le ultime due edizioni della 24 Ore di Le Mans, riprendendo il filo interrotto nel 1965, proprio con la vettura battura all’asta a Parigi.
Vederle tutte e tre insieme, davanti alla casa di Enzo Ferrari, ai margini della pista di Fiorano, ha scritto una scena che produce emozioni uniche negli appassionati. A renderla ancora più speciale ci ha pensato il fatto che l’auto mancasse dalla cornice domestica da ben 54 anni, ossia da quando fu ceduta da Luigi Chinetti all’Indianapolis Motor Speedway Museum, pochi mesi dopo aver completato la 24 Ore di Daytona del 1970.
Come dicevamo, questa è stata l’unica “rossa” iscritta da privati ad essersi imposta alla 24 Ore di Le Mans. Lo fece coi colori del North American Racing Team (NART) del già citato Chinetti, regalando emozioni vibranti ad Enzo Ferrari e ai milioni di appassionati del mito emiliano. Ora, il prezioso esemplare, originale e altamente conservato, farà la gioia di un facoltoso collezionista, sia in forma statica che dinamica. Vi confesso che ho una sana invidia nei suoi confronti, per la piena disponibilità di un vero pezzo di storia come questo, capace di far gioire l’apparato sensoriale.
Ricordiamo che la Ferrari 250 LM fece il suo debutto al Salone dell’Auto di Parigi del 1963. La spinta del modello fa capo a un motore V12 da 3.3 litri di cilindrata, disposto in posizione posteriore-centrale, che eroga 320 cavalli di potenza massima a 7500 giri al minuto, su un peso a secco di 820 chilogrammi. Le performance sono di razza ed anche l’affidabilità è all’altezza, come testimonia il successo raccolto alla 24 Ore di Le Mans del 1965, con Masten Gregory e Jochen Rindt.
Sul piano stilistico il modello in esame ha fatto scuola, con soluzioni estetiche riprese da altre “rosse” nate in epoca successiva. Nonostante fosse stata pensata per competere con le GT, la Ferrari 250 LM fu costretta a misurarsi con le Sport, per il diniego, da parte della Commissione Sportiva Internazionale, all’omologazione nella categoria inferiore. Un handicap di non poco conto, che comunque la creatura del “cavallino rampante” seppe superare a testa alta. Oggi questa vettura è un autentico mito, capace di spuntare quotazioni record nelle aste internazionali. A Parigi se n’è avuta una conferma.
Fonte | RM Sotheby’s