Dopo mesi di pressioni e mobilitazioni, i membri della United Auto Workers (UAW) sono riusciti a ottenere da Stellantis un impegno concreto a rispettare le promesse fatte durante le trattative contrattuali del 2023. L’azienda, dunque, investirà ancora miliardi nell’industria automobilistica americana, mantenendo la parola data ai lavoratori.
Quando il sindacato ha chiesto garanzie sugli investimenti e sulla produzione, in molti credevano che sarebbe stato impossibile ottenerle. Ma questo risultato non è stato frutto di un colpo di fortuna o di una concessione spontanea da parte dell’azienda. È stato il frutto della determinazione dei lavoratori, che hanno scioperato e lottato, costringendo in qualche modo Stellantis a mettere nero su bianco gli impegni presi.
Assicurarsi che un accordo venga inserito in un contratto “è solo metà della battaglia”, afferma Shawn Fain, a capo del sindacato. L’altra metà è garantire che l’azienda rispetti ogni singola clausola e non si rimangi la parola data non appena l’attenzione si sposta altrove. È per questo che la UAW, già dallo scorso autunno, aveva compreso che era necessario affrontare l’ex CEO Carlos Tavares, ritenuto “un ostacolo alla tutela dei lavoratori”.
Si legge in una nota ufficiale del sindacato: “Sapevamo cosa doveva essere fatto e non abbiamo esitato: ci siamo mobilitati, abbiamo fatto sentire la nostra voce e lo abbiamo fatto allontanare, aprendo la strada per chiedere conto a Stellantis delle sue responsabilità”.
Nonostante la vittoria in queste trattative con Stellantis, il percorso non è ancora concluso. Molti lavoratori UAW sono ancora in difficoltà a causa delle scelte aziendali compiute sotto la gestione Tavares. Migliaia di posti di lavoro sono andati persi in stabilimenti come Warren Truck, lasciando ancora molto da fare per riparare i danni causati dalla precedente leadership. Quest’anno, Stellantis dovrà ricostruire la fiducia dei lavoratori, dei rivenditori e dei clienti.
L’UAW ritiene che un’azione tariffaria mirata possa essere uno strumento efficace per proteggere il lavoro negli States e impedire che aziende come Stellantis delocalizzino la produzione. Sarebbe necessario adottare politiche commerciali intelligenti, pensate per sostenere i lavoratori piuttosto che arricchire le grandi multinazionali e gli ultra-ricchi. Una politica commerciale “basata sul buon senso” potrebbe offrire a Stellantis e ad altre aziende incentivi reali per investire nelle comunità che le hanno rese profittevoli per oltre un secolo.
La campagna “Keep the Promise” ha insegnato una lezione fondamentale: un contratto è forte solo quanto la volontà dei lavoratori di farlo rispettare.