Un tribunale di Londra ha deciso di archiviare la causa da 771 milioni di euro (pari a circa 807,62 milioni di dollari) intentata da Stellantis contro due aziende produttrici di dispositivi di sicurezza. La controversia legale, che si è conclusa con la decisione di venerdì, riguardava un’accusa avanzata dal colosso automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Group nel 2021.
L’accusa di Stellantis si basava sul presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei dispositivi di sicurezza
Stellantis aveva citato in giudizio le aziende Autoliv e ZF/TRW, sostenendo che queste avessero deliberatamente applicato prezzi gonfiati per componenti fondamentali come cinture di sicurezza, airbag e volanti, con conseguenze economiche significative per la casa automobilistica. L’accusa si basava sul presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei dispositivi di sicurezza per veicoli, una pratica che, se provata, avrebbe potuto comportare gravi sanzioni per le aziende coinvolte. Nonostante la gravità delle accuse, il tribunale ha stabilito che non vi fossero elementi sufficienti per proseguire con l’azione legale, portando così alla chiusura definitiva del caso.
La Commissione europea ha condotto un’indagine approfondita e ha accertato che la società svedese Autoliv e la TRW, quest’ultima acquisita nel 2014 dal colosso tedesco ZF Friedrichshafen, hanno partecipato ad accordi illeciti riguardanti la vendita di componenti di sicurezza destinati a case automobilistiche sia europee che giapponesi.
Questi cartelli hanno avuto un impatto significativo sul mercato, influenzando la concorrenza e potenzialmente causando un aumento dei costi per le case produttrici di veicoli. Di conseguenza, nel 2019, la Commissione europea ha imposto una sanzione complessiva di 368,3 milioni di euro alle due società per aver fissato i prezzi e coordinato le strategie di mercato in relazione ai componenti forniti a determinati produttori automobilistici europei.
Inoltre, una divisione giapponese di Autoliv è stata coinvolta in un’indagine parallela, che ha portato all’imposizione di ulteriori multe per la partecipazione a cartelli analoghi nel settore delle forniture destinate alle case automobilistiche giapponesi.
Autoliv e ZF/TRW hanno dichiarato che la Commissione europea ha condotto indagini approfondite per diversi anni con il pieno coinvolgimento delle aziende interessate. Secondo quanto affermato dalle due società, l’indagine non ha portato ad alcuna evidenza che Stellantis fosse stata specificamente danneggiata o presa di mira dalle pratiche anticoncorrenziali oggetto dell’inchiesta.
Venerdì, il Competition Appeal Tribunal ha emesso una sentenza scritta con cui ha respinto la causa intentata da Stellantis. Il tribunale ha stabilito che la casa automobilistica non è riuscita a fornire prove concrete a sostegno delle sue accuse. In particolare, i giudici hanno sottolineato che Stellantis non ha dimostrato in modo convincente che le pratiche di cartello avessero effettivamente comportato un aumento artificioso dei prezzi per i propri acquisti, o almeno non nella misura indicata nella causa legale.