Lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, noto in passato come l’Alfasud di Pomigliano e ribattezzato nel 2008 in onore del filosofo napoletano Giambattista Vico, è uno dei poli industriali più strategici del Sud Italia. Situato nell’area nord-orientale della città metropolitana di Napoli, è stato concepito nel 1968 dall’Alfa Romeo per produrre alcune delle vetture più iconiche del Biscione.
Oggi, sotto l’egida del gruppo Stellantis, rappresenta un motore fondamentale dell’industria automobilistica nazionale e vanta la prestigiosa Medaglia d’Oro nel World Class Manufacturing, riconoscimento di eccellenza nei processi produttivi. Dal 2011, da queste linee nasce la Fiat Panda, l’auto che continua a dominare le classifiche di vendita in Italia.
Eppure, dietro il successo commerciale della citycar torinese, si celano tensioni crescenti tra i lavoratori dello stabilimento. A innescare la protesta è stato il premio di produzione annuo, fissato a soli 600 euro lordi. Una cifra percepita come irrisoria dai dipendenti, che negli ultimi mesi hanno affrontato ritmi di lavoro frenetici e sacrifici non indifferenti. Sentendosi traditi, molti operai hanno deciso di scioperare, contestando un riconoscimento economico che non rispecchia gli sforzi compiuti in un periodo di forte incertezza occupazionale.
Il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per Stellantis. Come evidenziato da Il Fatto Quotidiano, il gruppo ha comunicato un drastico calo delle vendite e una riduzione dei profitti del 70% con i numeri del 2024. Un bilancio negativo che ha portato l’ex CEO Carlos Tavares a rassegnare le dimissioni lo scorso dicembre.
Nonostante il crollo degli utili, Stellantis ha comunque distribuito un dividendo agli azionisti, anche se ridotto rispetto all’anno precedente. Ai lavoratori di Pomigliano è stato riconosciuto un bonus di produzione che, tradotto su base mensile, equivale a poco più di 30 euro. Una somma giudicata inaccettabile, soprattutto dopo mesi segnati da lunghi periodi di cassa integrazione e buste paga sensibilmente inferiori rispetto ai colleghi di altri stabilimenti europei.
Di fronte a questa situazione, la FIOM ha indetto due ore di sciopero per protestare contro quello che definisce un “premio di produzione simbolico”. Le tensioni sono esplose non appena i dipendenti hanno scoperto l’esiguo importo del bonus.
“Stellantis continua a distribuire dividendi mentre i lavoratori italiani sono in cassa integrazione da oltre un decennio, a causa della mancanza di investimenti in ricerca, sviluppo e produzione”, ha dichiarato Michele De Palma, segretario generale della FIOM. “Le strategie adottate dall’ex amministratore delegato Tavares, con il pieno consenso della proprietà, si sono rivelate fallimentari. Ma a pagare il conto sono sempre i lavoratori e il nostro Paese”. I sindacati hanno chiesto un tavolo di confronto per ridiscutere il premio di produzione, ma la dirigenza Stellantis, per il momento, non ha risposto.