Il successore di Carlos Tavares come CEO di Stellantis sarà annunciato entro la fine di giugno 2025, ha confermato il presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo, John Elkann. Nel corso di un’audizione al Parlamento italiano, ha assicurato che il processo di selezione del nuovo leader si sta svolgendo secondo il calendario adottato.
Entro fine giugno Stellantis sceglierà il successore di Carlos Tavares
John Elkann, che ha assunto ad interim la presidenza del consiglio di amministrazione e la guida di Stellantis dopo la rimozione di Carlos Tavares alla fine del 2024, ha evidenziato l’intenzione dell’azienda di ristabilire un rapporto positivo con il governo italiano. Verso la fine dello scorso anno, Stellantis ha annunciato un piano di investimenti significativi nel Paese, con 2 miliardi di euro previsti per il 2025 e acquisti per un totale di 6 miliardi di euro da fornitori italiani, rafforzando così il proprio impegno nella crescita dell’industria automobilistica nazionale.
Elkann ha ribadito con fermezza l’importanza delle attività di Stellantis per l’industria automobilistica italiana, sostenendo che, senza la presenza del gruppo nel mercato nazionale, il settore avrebbe cessato di esistere già da molto tempo.
“Negli ultimi vent’anni, il mercato dell’auto in Italia ha subito una contrazione del 30%, mentre l’occupazione nel comparto è diminuita di circa il 20%,” ha evidenziato Elkann, sottolineando il ruolo cruciale di Stellantis nel mantenere viva la produzione e i posti di lavoro nel Paese. Ha poi aggiunto che questo è stato possibile soprattutto grazie alla forte spinta sulle esportazioni dei marchi italiani. “Ogni euro generato direttamente da Stellantis contribuisce a creare ben nove euro di valore nell’intera economia nazionale,” ha affermato il presidente del consiglio di sorveglianza, rimarcando l’impatto strategico del gruppo.
Nel frattempo, secondo indiscrezioni non ufficiali, la questione della nomina del nuovo amministratore delegato di Stellantis starebbe diventando sempre più complessa. Il nodo principale sembra essere il contrasto tra le diverse influenze francesi e italiane all’interno dell’azienda, a cui si aggiungerebbe anche il coinvolgimento attivo di fondi di investimento statunitensi con quote di controllo nel gruppo, rendendo il processo decisionale ancora più articolato e delicato.