Peugeot ha lo sport motoristico nel suo DNA. La storia delle corse automobilistiche ebbe inizio nel 1895 con la vittoria nella prima vera gara automobilistica, la Parigi-Bordeaux-Parigi. Il primo premio fu assegnato alla Peugeot di Koechlin come pilota e di Rubichon come assistente meccanico. Nei decenni successivi si susseguirono innumerevoli vittorie e record, con modelli diventati vere e proprie icone. Le leggendarie 404 e 504 dominarono le gare in Africa. La 205 T16 fece la storia nel mondo dei rally. Le 905 e 908 sono note per le vittorie nella 24 Ore di Le Mans. Nel 1988, 1989 e 2013, la 405 T16 e la 208 T16 Pikes Peak riuscirono ad aggiudicarsi la vittoria nella più famosa cronoscalata americana.
Dal 21 marzo al 30 settembre 2025, il Musée de L’Aventure Peugeot di Sochaux inaugurerà una mostra unica su 130 anni di sport motoristici
Insieme ai 7 campionati del Rally Dakar, tra il 1987 e il 1990 e poi tra il 2016 e il 2018, queste vittorie dimostrano la posizione di Peugeot come protagonista principale negli sport motoristici. Il Leone diede prova del suo valore non solo nella storia degli sport motoristici, ma anche in quella delle due ruote. La mostra dedica particolare attenzione anche alle 10 vittorie al Tour de France tra il 1905 e il 1977 e ai record stabiliti dalla motocicletta P515 nel 1934.
In questa mostra, i visitatori rivivono la ricca storia della Peugeot nel mondo degli sport motoristici attraverso oltre 40 veicoli leggendari e immagini esclusive d’archivio. Ammirate, tra le altre, la TYPE 3 del 1891, che prese parte alla corsa ciclistica Parigi-Brest-Parigi del 1891, o la 302 Darl’mat Sport. Fanno parte della mostra anche l’iconica 404 dell’East African Safari, la 504 Coupé V6, la 205 T16, la 908 HDI FAP e persino la spettacolare 3008 DKR MAXI. Sono tante altre le auto, le moto e le biciclette esposte che raccontano una storia di passione, innovazione, record e vittorie. Una mostra imperdibile per tutti gli appassionati di storia dell’auto e delle corse.
La storia della Peugeot nelle corse automobilistiche iniziò 130 anni fa. Nel giugno del 1895 si svolse la prima vera gara automobilistica cronometrata: la famosa Parigi-Bordeaux-Parigi. L’auto di Emile Levassor (Panhard & Levassor) tagliò per prima il traguardo, ma aveva solo due posti. Secondo il regolamento, solo le auto con più di due posti potevano vincere il premio principale. La vittoria fu quindi assegnata alla Peugeot a quattro posti del duo Koechlin e Rubichon.
Il XX secolo iniziò con una svolta tecnologica. La Peugeot voleva raggiungere i 150 km/h, mentre la maggior parte delle auto dell’epoca raggiungeva solo i 50-60 km/h. Ecco perché Peugeot e i “Ciarlatani” svilupparono il motore L76, una vera rivoluzione. Questa vettura da corsa aveva un telaio classico ma estremamente leggero rispetto alla concorrenza. Il motore era un monoblocco a quattro cilindri da 7.600 cm³, con una potenza di 148 CV a 2.200 giri/min. Ma ciò che rendeva davvero eccezionale questa vettura era il suo esclusivo sistema di valvole. Il motore DOHC aveva un doppio albero a camme in testa e una testata emisferica con quattro valvole per cilindro con un angolo di 45°. Un sistema di valvole desmodromiche consentiva al motore di raggiungere regimi più elevati, ottenendo così più potenza con una cilindrata inferiore.
Fu la prima auto da corsa al mondo a combinare tutte queste tecnologie, raggiungendo una velocità massima di 190 km/h. Gli ingegneri dissero allora: “C’è un tempo prima e un tempo dopo la L76”. Jules Goux guidò questa rivoluzionaria auto alla vittoria nel Gran Premio ACF del 1912 e vinse sul leggendario circuito di Indianapolis nel 1913. Anche altre auto da corsa Peugeot come la L3 (1913), la L45 (1914) e la L25 (1914) ottennero successi mondiali.
Negli anni ’30, la Peugeot sfruttava le corse automobilistiche per promuovere i suoi modelli. Con l’introduzione del modello 201 nel 1929, il marchio fece il passo verso la produzione di massa. Dopo la velocità dimostrata delle auto, il brand transalpino voleva anche dimostrare la loro affidabilità. Sebbene non esistesse una versione da corsa ufficiale, molti piloti privati parteciparono ai rally. Negli anni ’50, ’60 e ’70, modelli come la 203, 403, 204, 304, 404 e 504 apparvero al via dei rally più duri del mondo.
Negli anni ’80, Peugeot dominò il Campionato del mondo rally con la 205 T16 e ottenne grandi successi nei rally raid come la Parigi-Dakar. Queste vittorie contribuirono alle cifre di vendita della 205. La 405 T16 vinse la Dakar nel 1989 e nel 1990, con la casa del leone che ottenne addirittura una tripletta nel 1990. La stessa 405 T16 infranse il record alla Pikes Peak nel 1988 e nel 1989. La 306 Maxi brillò nei rally su asfalto del Campionato del mondo tra il 1996 e il 1998. Negli anni 2000, il marchio tornò nel Campionato del mondo rally (WRC). La 206 regalò al marchio tre titoli costruttori consecutivi nel 2000, 2001 e 2002.
All’inizio degli anni ’90, Peugeot tornò ufficialmente alle corse su pista. Con la 905, il brand francese prese parte al leggendario Circuit de la Sarthe, alla 24 Ore di Le Mans e al Campionato del mondo endurance. La 905 vinse consecutivamente a Suzuka, Magny-Cours, Messico, Silverstone, Donington e ottenne una doppia vittoria a Le Mans nel 1992 e nel 1993, parte di una tripletta storica.
La Peugeot ottenne meno successo in Formula 1 (1994-2000), dove fornì motori a McLaren, Jordan e Prost Grand Prix. Nel 2005, la casa del leone annunciò una nuova avventura tecnologica: vincere Le Mans con un motore diesel HDi dotato di filtro antiparticolato diesel (FAP). Questo obiettivo fu raggiunto nel 2009 con una straordinaria doppia vittoria della 908 HDI FAP.