Per chi è cresciuto negli anni Ottanta, la Ferrari 308 è molto più di un’auto sportiva: è un’icona legata indissolubilmente a Magnum P.I., la celebre serie che vedeva Tom Selleck sfrecciare tra le strade delle Hawaii a bordo della sua fiammante 308 GTS. Tuttavia, ridurre questa Ferrari alla sola dimensione cinematografica sarebbe un torto alla sua storia.
La 308 è stata un incredibile successo commerciale, oltre che la capostipite di una stirpe di V8 a motore centrale che continua a far sognare gli appassionati. Per celebrare degnamente il mezzo secolo della 308, bisogna tornare indietro fino all’ottobre del 1975, quando Ferrari tolse i veli alla 308 GTB al Salone di Parigi. Il design, firmato dal genio di Leonardo Fioravanti per Pininfarina, lasciò subito il segno: la silhouette si ispirava alla 365 GT/4 BB, con richiami alla Dino 246, come le iconiche prese d’aria sulle fiancate.
Oltre al fascino estetico, la Ferrari 308 offriva un rapporto prezzo-prestazioni mai visto prima su una Ferrari, contribuendo a un boom di vendite che superò i 12.000 esemplari in dieci anni. Le prime vetture, prodotte fino all’inizio del 1977, avevano una carrozzeria in vetroresina, rendendole oggi tra le più ambite dai collezionisti. Successivamente, si passò a una scocca in acciaio e alluminio, che aumentò il peso di 150 kg, ma senza intaccare il suo fascino.
Nel 1977, la famiglia 308 si allargò con l’introduzione della GTS, caratterizzata dal tetto asportabile in vinile e dalle griglie nere al posto dei vetri posteriori laterali. Sotto il cofano pulsava un V8 da 3.0 litri, alimentato da quattro carburatori Weber, capace di erogare 255 CV, portando la Ferrari a oltre 250 km/h e permettendole di scattare da 0 a 100 km/h in soli 6,5 secondi.
Nel 1980, per adeguarsi alle stringenti normative antinquinamento, Ferrari adottò il sistema di iniezione meccanica Bosch K-Jetronic, dando vita alle versioni GTBi e GTSi. Tuttavia, il passaggio dall’alimentazione a carburatori all’iniezione portò a un calo di potenza significativo (da 255 a 211 CV), sacrificando parte della brillantezza che aveva reso celebre la 308.
Nel 1982 arrivò la 308 “Quattrovalvole”, che grazie alle 4 valvole per cilindro riportò la potenza a 240 CV. L’abitacolo venne aggiornato con un volante a tre razze, mentre il fascino della 308 continuava a crescere, alimentato da episodi epici come la corsa Montecarlo-Maranello in 2 ore e 25 minuti compiuta da Gilles Villeneuve. Il colpo di scena arrivò nei rally: grazie all’intuizione dell’officina Michelotto, la 308 fece la storia nelle competizioni, conquistando il Campionato Italiano Rally nel 1982 e addirittura un incredibile secondo posto al Tour de Corse nel Mondiale dello stesso anno.
Nel 1985, venne sostituita dalla 328, che pur migliorandone le prestazioni, perse un po’ della purezza stilistica della sua antenata. Cinquant’anni dopo il suo debutto, la Ferrari 308 GTB e GTS è stata la sportiva che ha reso il Cavallino più accessibile, senza rinunciare alla bellezza e alle prestazioni che contraddistinguono le auto di Maranello.