C’è stata un’auto che ha accompagnato l’Italia nel boom economico, trasformando l’automobile da lusso per pochi a sogno possibile per tutti. No, non parliamo della Fiat 500, ma della sua sorella maggiore: la Fiat 600.
Presentata in pompa magna al Salone di Ginevra il 10 marzo 1955, questa piccola berlina compatta è stata il simbolo di un’epoca di crescita e speranza. Un po’ come la Ford T negli States o il Maggiolino in Germania, la 600 è stata la macchina giusta al momento giusto, una formula vincente che ha dato il via alla motorizzazione di massa in Italia.
Spaziosa ma economica, moderna ma accessibile, poteva trasportare quattro persone senza che quelle sui sedili posteriori dovessero contorcersi come acrobati da circo. E infatti, il successo fu clamoroso. Per gli anni ‘50, la Fiat 600 era un concentrato di innovazione. Il motore, un 633 cc da 23 CV, era posizionato dietro, una scelta che permetteva di ottimizzare lo spazio e ridurre i costi di produzione. Nonostante i suoi meno di 600 kg di peso, la piccola torinese riusciva a toccare quasi i 100 km/h, una velocità più che sufficiente per l’epoca.
La storia della Fiat 600 inizia ufficialmente nel 1951, quando Vittorio Valletta, all’epoca presidente della Fiat, dà il via al progetto di un’auto compatta, economica e rivoluzionaria. Il nome in codice? Progetto 100. Il documento ufficiale del comitato di presidenza dell’1 agosto 1951 fissava già i parametri essenziali: velocità minima di 85 km/h, peso massimo di 450 kg e capacità per 4 persone. Il genio di Dante Giacosa, il progettista capo, trovò la soluzione perfetta: motore e trazione posteriore, una scelta innovativa per Fiat che permise di contenere i costi senza rinunciare alle prestazioni.
Nel 1960 arriva la Fiat 600 D, con un motore più potente da 767 cc e 29 CV, capace di raggiungere i 110 km/h. Poi, nel 1965, un altro aggiornamento porta un serbatoio più capiente e finalmente porte con apertura a battente anteriore, più sicure e comode. La produzione italiana termina nel 1969, dopo 2.695.197 unità, ma la 600 ha già conquistato il mondo: oltre 5 milioni di esemplari prodotti globalmente, tra cui versioni speciali in Spagna, Argentina e Jugoslavia.
Dalla Fiat 600 nasce anche un’idea geniale: la Multipla. Un’auto dal design stravagante, ma con un concetto rivoluzionario: più spazio, più versatilità, più posti a sedere. Praticamente, la prima monovolume mai realizzata, capace di trasportare fino a sei persone.
Non solo utilitaria: la 600 è stata una base perfetta per le elaborazioni più folli. Vignale, Zagato e, soprattutto, Abarth hanno creato versioni pepate capaci di trasformare la tranquilla 600 in una belva da pista. Carlo Abarth, il mago delle elaborazioni, riuscì a spremere fino a 41,5 CV dalla piccola torinese, con assetto e freni modificati per le corse.
Con l’arrivo della Fiat 850 nel 1964, la 600 inizia a perdere terreno fino all’uscita di scena nel 1969. Ma il suo spirito non muore. Dopo un tentativo poco riuscito con la Seicento del 2005, oggi il mito rinasce con la Fiat 600 elettrica e ibrida.