Negli ultimi anni si è creata una vera e propria leggenda attorno alla Lancia Delta HF, al punto che le sue versioni stradali sono diventate quasi più famose delle sue sorelle da corsa. Chiunque farebbe carte false per mettere in garage una Delta Evo 1 o Evo 2, magari in un acceso Giallo Ginestra o un elegante Verde York.
Ricordiamoci una cosa: la Delta non sarebbe nulla senza il Motorsport. La Gruppo A ha dominato i rally per anni, ma la versione più folle, la Gruppo B, è diventata un mito per altre ragioni. Durata solo cinque anni, questa categoria ha generato alcune delle auto più spaventose e veloci di sempre, e tra queste la Lancia Delta S4 è ancora oggi un vero mostro sacro.
La scheda tecnica della Delta S4 del 1985 sembra un delirio ingegneristico. Motore 1.8 litri in posizione centrale, monoblocco in magnesio, testa in alluminio, valvole in Nimonic (una lega aerospaziale), e soprattutto doppia sovralimentazione: turbo più il volumetrico per ridurre al minimo il turbo lag.
Il risultato sono oltre 500 cavalli su un’auto che pesava poco più di 900 kg. Il dato più assurdo è che lo 0 a 100 km/h è di 2,7 secondi su sterrato. Nonostante fosse un’arma da guerra, la Lancia Delta S4 non riuscì a portare a casa un mondiale nel Gruppo B, fermandosi a cinque vittorie e quindici podi. Ma in un’era in cui le auto da rally erano dei proiettili mortali su quattro ruote, già sopravvivere a una stagione era un’impresa.
Oggi, salire su una Delta S4 è roba da pazzi, ma in alcuni eventi storici possiamo ancora assaporare un pezzo di quel glorioso passato. Nell’ultimo stage sulle Ardenne del Belgio, il team Breitt Racing ha scatenato una strepitosa Delta S4 (ex Markku Alén) sotto gli occhi delle telecamere del mitico Robbert Alblas. Controsterzi estremi, cambiate al limitatore, staccate di sinistro e puntatacco da manuale. Insomma, roba da far venire la pelle d’oca. E poi, non può mancare quel concerto meccanico, tra il fischio del turbo, il respiro del volumetrico, l’aspirazione rabbiosa e lo scarico che urla.