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Stellantis, Volkswagen e Renault tra le aziende multate per 458 milioni di euro dall’UE

La Commissione ha accertato che le aziende tra cui appunto Stellantis coinvolte hanno collaborato per limitare la concorrenza in due ambiti chiave

Stellantis

Volkswagen, Renault e Stellantis figurano tra le aziende maggiormente colpite dalle sanzioni imposte dall’Unione Europea, che ha inflitto multe per un totale di 458 milioni di euro a diverse case automobilistiche coinvolte in un cartello illegale relativo al riciclaggio dei veicoli a fine vita. L’indagine condotta dalle autorità europee ha evidenziato che per oltre 15 anni, ben 16 produttori automobilistici di primo piano, insieme all’Associazione europea dei costruttori di automobili, hanno siglato accordi illeciti che hanno distorto la concorrenza nel settore.

Stellantis sanzionata dall’UE con quasi 75 milioni di euro di multa

Tra le aziende sanzionate, Volkswagen ha ricevuto la multa più salata, pari a 128 milioni di euro. Stellantis è stata penalizzata con una sanzione di quasi 75 milioni di euro, mentre Renault è stata condannata a pagare 81 milioni di euro. Mercedes-Benz non è stata multata, in quanto ha rivelato il cartello alla Commissione nell’ambito del programma di clemenza. Tutte le aziende hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di risolvere il caso. Un veicolo a fine vita (‘ELV’) è un’auto che non è più idonea all’uso, a causa dell’età, dell’usura o dei danni. Questi veicoli vengono smontati e trattati per il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento.

La Commissione ha accertato che le aziende tra cui appunto Stellantis coinvolte hanno collaborato per limitare la concorrenza in due ambiti chiave. Da un lato, hanno deciso di non compensare gli autodemolitori per il trattamento dei veicoli a fine vita, sostenendo che il processo di riciclaggio fosse già sufficientemente redditizio. Questa strategia, nota come “Zero-Treatment-Cost”, ha impedito agli operatori del settore di ricevere un pagamento per i loro servizi. Inoltre, le case automobilistiche si sono scambiate informazioni sensibili sui loro accordi con gli autodemolitori e hanno coordinato le proprie strategie nei loro confronti.

Dall’altro, le aziende hanno concordato di non mettere in evidenza la quantità di materiali riciclati utilizzati nelle nuove vetture e il livello di recupero e riutilizzo dei componenti dei veicoli dismessi. Questa scelta mirava a evitare che i consumatori considerassero il fattore riciclo come un criterio di acquisto, riducendo così la pressione sulle case automobilistiche affinché migliorassero gli standard ambientali oltre i requisiti di legge.

logo stellantis

Dall’indagine è emerso che l’ACEA era il facilitatore del cartello, avendo organizzato numerosi incontri e contatti tra le case automobilistiche coinvolte. L’indagine della Commissione ha rivelato l’esistenza di un’infrazione unica e continuata nello Spazio economico europeo (“SEE”), che si è protratta per oltre 15 anni, dal 29 maggio 2002 al 4 settembre 2017.