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Le Ferrari stradali da record a Fiorano negli ultimi 5 decenni

Sono degli autentici missili ruotati, nati con le migliori ricette di Maranello.

Ferrari F80
Screen shot da video YouTube Ferrari

Le Ferrari sono delle auto sportive molto veloci. Questo lo sanno anche i bambini. Alcune, però, vanno meglio delle altre. Oggi abbiamo deciso di stilare una lista, con le supercar del “cavallino rampante” più veloci del loro decennio, dal 1980 ad oggi, sulla pista di Fiorano. Ne deriva un elenco che non è una graduatoria delle “rosse” stradali più performanti in assoluto sul circuito di casa, anche se la primatista assoluta corrisponderebbe nelle due classifiche.

Si tratta della F80, che segna il crono migliore fra le auto sportive della casa di Maranello, davanti alla SF90 XX Stradale, alla SF90 Stradale, a LaFerrari e alla 812 Competizione. Qui, però, i decenni si intersecano e non aderiscono al criterio scelto per elaborare la nostra lista.

Prima di tracciare il suo profilo, riteniamo doveroso spendere due parole sulla pista di Fiorano, scelta per il confronto. Per Ferrari è l’impianto di casa. Le sue alchimie planimetriche ed altimetriche mettono a dura prova le doti delle auto che si misurano con le sue insidie. Il nastro di asfalto emiliano si sviluppa su una lunghezza di 2.976 metri, con 13 curve ad animare l’azione. Ecco quali sono le Ferrari più veloci nel completare un giro di questo tracciato, divise in base al decennio di appartenenza.

Ferrari F40 (1980-1989)

Ferrari F40 Mansell
Screen shot da video YT I AM Detailing

Nel primo decennio di cui ci occupiamo a lei va il titolo di auto stradale più veloce sulla pista di Fiorano, col tempo di 1’29″60. Per dare un’idea del suo spessore prestazionale ricordiamo i tempi segnati sullo stesso circuito da altre supercar dello stesso decennio: 288 GTO 1’36″00, Porsche 959 1’37″00, 348 TB 1’39″30, Testarossa 1’40″60, 328 GTB 1’44″00. Non ci vuole molto a capire come la Ferrari F40 fosse di un altro pianeta nel suo periodo storico. Anche per questo è diventata una leggenda.

Stiamo parlando di un capolavoro assoluto, di un’auto incredibilmente benefica per i sensi e per lo spirito. Con lei non si finisce mai di emozionarsi. Questa, cari signori, è una regina assoluta, un mito universale e senza tempo, che inebria il cuore, in tutte le circostanze. Il suo design, firmato da Pietro Camardella per Pininfarina, è qualcosa di magico, quasi incredibile da immaginare nella dimensione reale.

Lo stile sembra appartenere al mondo dei sogni, ma è stato tradotto in materia, con ingredienti della più nobile specie. Nessuna supercar può competere con le sue alchimie espressive. Da qualsiasi prospettiva la si guardi, regala un beneficio visivo e sensoriale senza paragoni. Aggressiva, vigorosa, pistaiola e al tempo stesso elegante, armonica e perfettamente equilibrata nelle sue proporzioni, la Ferrari F40 ha un fascino ineguagliabile. È un capolavoro assoluto, dal carisma straordinario.

Questo suo carattere distintivo la colloca immediatamente nell’Olimpo della specie. Anche la meccanica è all’altezza. Ogni suo elemento dialoga magnificamente con gli altri, senza soluzione di continuità. La cosa è stata resa possibile dall’unica regia a monte del progetto: quella dell’ingegnere Nicola Materazzi, che ha saputo coniugare in modo incredibilmente coerente i diversi aspetti dell’opera.

Fra i punti di forza, un ruolo di primissimo piano va al motore V8 biturbo da 2.9 litri di cilindrata, che eroga 478 cavalli di potenza, su un peso di 1.100 kg. Facile intuire l’intensità della spinta, condita da scariche di coppia adrenaliniche e da musicalità meccaniche sublimi, che entrano nel cuore dalla porta principale.

Ferrari F50 (1990-1999)

Ferrari F50
Foto da profilo Facebook Ferrari / Musei Ferrari

A questa “rossa” tocca il primato sul giro della pista di Fiorano, con riferimento al secondo decennio passato in rassegna nel nostro articolo. Con lei, il display del cronografo si è fermato sul tempo di 1’27″00. Siamo due secondi e sei decimi sotto l’antesignana. Non male, anche se ci sono 8 anni di differenza e di progressi nel mezzo.

La Ferrari F50 è stata, per tanto tempo, messa in ombra dalla F40, ma oggi ha guadagnato la giusta considerazione, per i suoi contenuti ingegneristici d’eccellenza. Stiamo parlando della supercar più vicina a una Formula 1 mai costruita. Chi pensa che la potenza sia tutto e rappresenti l’unica chiave per definire il piacere di guida, non è mai salito a bordo di una Ferrari F50.

Non che questa “rossa” sia priva di cavalli: tutt’altro. Qui ci sono 520 purosangue di razza ad animarne le danze. Oggi, però, siamo abituati a cifre di ben altro tenore, magari provenienti da auto elettriche. La tentazione, in alcuni, di fare delle equazioni distorte in termini di emozioni potrebbe prendere piede. Giusto, allora, fare delle precisazioni, anche se in casi del genere solo un tuffo a bordo di gioielli come la Ferrari F50 può ripristinare la vera scala del piacere.

Anche i grandi collezionisti di auto sportive lodano le qualità dinamiche e le ricompense emotive generosamente elargite da questa supercar del “cavallino rampante”. Nata nel 1995, per celebrare il mezzo secolo di vita della casa di Maranello, con un paio di anni d’anticipo sulla tabella di marcia, la Ferrari F50 è un capolavoro ingegneristico.

Il motore V12 da 4.7 litri deriva da quello della 640 F1. L’unità propulsiva è imbullonata alla monoscocca in fibra di carbonio e svolge una funzione portante, insieme alla trasmissione, come sulle monoposto da Gran Premio. Stesso discorso può essere fatto per le sospensioni di tipo push rod. Il legame con le corse è quindi più saldo che mai, non solo sul piano filosofico ma anche e soprattutto su quello ingegneristico. Qui la tecnologia delle Formula 1 è stata portata sulle strade di tutti i giorni. Un successo reso possibile dall’idea iniziale, messa sul piatto da Piero Ferrari, che volle fortemente questo modello.

Ferrari Enzo (2000-2009)

Ferrari Enzo
Foto da profilo Facebook RM Sotheby’s

Il suo vantaggio sul giro della pista di Fiorano è di portata quantica, rispetto alle due auto che la precedono in questa lista. Per coprire l’intero sviluppo del tracciato di casa, infatti, la Ferrari Enzo richiede appena 1’22″30. Siamo quasi cinque secondi sotto la F50. Una prova della rapidità e della forza dei progressi compiuti nel settore automotive e, soprattutto, nell’evoluzione ingegneristica del “cavallino rampante”.

Dedicata al fondatore, il cui nome riprende nella sigla, questa vettura doveva per forza eccellere, altrimenti l’omaggio sarebbe stato indegno. Qui non erano ammesse pecche. Gli ingegneri sapevano quanto importante fosse il loro compito, che svolsero al meglio, per onorare al meglio il tributo. Il risultato degli sforzi congiunti fu un altro capolavoro, entrato a testa alta nell’Olimpo della specie.

Per anni, la Ferrari Enzo è stata la “rossa” più veloce e tecnologica. Ancora oggi le sue performance e la finezza del suo handling fanno impressione. Dalla sua anche un carisma fuori dal comune. Sin dal debutto, che avvenne nel 2002, questa supercar ha scatenato felici pulsioni emotive negli appassionati (e non solo). Il suo stile, firmato da Ken Okuyama per Pininfarina, segnava una rottura col passato, cercando codici espressivi inediti, mai visti prima. Nonostante fosse così carica di originalità, nei suoi tratti si coglieva, quasi per magia, la provenienza, pur senza richiami espliciti ad alcun modello del passato. Un vero miracolo creativo.

La scena è dominata da un minimalismo formale che, come per incanto, si traduce in una carica di dinamismo fuori dal comune, per le ardite proporzioni, espresse in un corpo grafico pienamente coerente, dove nulla è fuori posto. Grande l’effetto scenico delle portiere ad apertura verticale. Con la Ferrari Enzo, la serie speciali in tiratura limitata della gamma più alta si spinsero verso livelli dinamici e prestazionali mai visti prima. Questa vettura, fortemente voluta dal presidente Luca di Montezemolo, oltre che coinvolgente, era pure molto efficace sotto il profilo aerodinamico. I suoi livelli di carico deportante sono incredibili, se si pensa che nessuna appendice alare appare agli occhi.

Gran parte del lavoro è svolto dal fondo e dalle alchimie della carrozzeria, pur se pulita nel linguaggio espressivo. L’ala attiva posteriore fa il resto del lavoro, nascondendosi agli sguardi in posizione di riposo. Anche qui si coglie il travaso del know-how acquisito in Formula 1. Sotto l’ampio cofano, alle spalle dell’abitacolo, pulsa un motore V12 aspirato, da 6 litri di cilindrata, con 660 cavalli al servizio del piacere.

Questa energia esplosiva della Ferrari Enzo si esercitata su un corpo vettura leggero, grazie all’ampio uso di materiali compositi. Il peso è di soli 1.365 chilogrammi. Sublime il quadro prestazionale, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.65 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 10 secondi e da 0 a 1000 metri in 19.6 secondi. La velocità massima si spinge oltre la soglia dei 350 km/h. Le musicalità meccaniche liberate dal cuore della Ferrari Enzo avrebbero fatto la gioia del direttore d’orchestra austriaco Herbert von Karajan.

Ferrari SF90 Stradale (2010-2019)

Ferrari-SF90-Stradale

Stranamente (e a differenza degli altri decenni passati in rassegna) nei due lustri in esame la regina al cronometro sulla pista di Fiorano non è una supercar limited edition top di gamma. Pare evidente che, nel periodo considerato, i progressi tecnologici e dinamici sono stati più rapidi che mai, consegnando la leadership alla Ferrari SF90 Stradale del 2019, che ha fatto meglio de LaFerrari del 2013 fra i cordoli del circuito di casa, con un vantaggio di 7 decimi nei confronti di quest’ultima. Il suo tempo sul giro è di 1’19″00.

Incredibile come le GT della casa di Maranello si stiano avvicinando alle auto da corsa, pur essendo più guidabili e gestibili che mai. Qui stiamo parlando di una vettura straordinariamente potente e con tecnologie all’avanguardia. La sua ingegneria avanzata ne fa un fiore all’occhiello del marchio, almeno con riferimento alle auto di serie. Adesso si attende la sua erede, che farà sicuramente meglio, portandosi più vicina ai limiti incredibili della versione XX dello stesso modello.

La Ferrari SF90 Stradale si offre agli sguardi con tratti stilistici molto puliti, specie nella parte anteriore e laterale. Più ingarbugliato il posteriore, specie nell’area del lunotto, che peggiora un’esecuzione altrimenti impeccabile. Pur essendo un’auto spettacolare, non ha il carisma delle “rosse” di qualche anno fa. Come riferito in un’altra circostanza, la vettura in esame rende accessibili in sicurezza le performance più estreme. Questo è il suo pregio maggiore, ma a detta di alcuni è anche il suo limite caratteriale, rispetto ad altre auto del “cavallino rampante” più umane e coinvolgenti.

L’energia dinamica della SF90 Stradale giunge da un sistema propulsivo ibrido plug-in. Il suo epicentro energetico ed emotivo è il motore V8 biturbo da 4.0 litri, integrato da tre motori elettrici, per una potenza complessiva di ben 1.000 cavalli. Ben 780 di questi hanno una natura endotermica e….sonora. Ovvio che con tanta carica in corpo, il livello prestazionale viri verso l’eccellenza assoluta. Per dare meglio un’idea del concetto, riportiamo alcune cifre relative alle sue dinamiche: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.5 secondi e da 0 a 200 km/h in 6.7 secondi. Alcuni tester, addirittura, hanno fatto ancora meglio. La velocità massima si spinge oltre la soglia dei 340 km/h.

Disponibile pure l’Assetto Fiorano, un pacchetto che migliora ulteriormente la sua azione, grazie ad una diversa regolazione delle sospensioni, del controllo di trazione e dell’assetto, per una guida ancora più precisa e chirurgica. Così il piacere di condurre la SF90 Stradale si sublima, anche se molti preferiscono il comportamento più naturale della “piccola” 296 GTB, meno contaminata dalle prodezze elettroniche. Ora, come dicevamo, si attende la sua erede. Sarà una delle tante novità portate al debutto quest’anno dal marchio del “cavallino rampante”. Ci aspettiamo cifre record.

Ferrari F80 (dal 2020 ad oggi)

Ferrari F80

Qui siamo al vertice assoluto delle prestazioni, per quanto riguarda le auto stradali della casa di Maranello. Non poteva essere diversamente, visto che stiamo parlando di una vettura di fresca presentazione, che rinnova quella famiglia di supercar in serie limitata al vertice della gamma. Una linea di gioielli a quattro ruote di altissimo lignaggio, aperta dalla GTO del 1984 e proseguita nel tempo con le varie F40, F50, Enzo e LaFerrari. In questi modelli si condensa la migliore sapienza del marchio e il miglior know-how tecnologico del loro tempo.

La Ferrari F80 vola sui 2.976 metri del circuito di Fiorano, aggredendo con rara efficacia le sue 13 curve e i rettilinei che caratterizzano il suo sviluppo planimetrico. Il suo tempo sul giro è a dir poco mostruoso: 1’15″30. Siamo addirittura sotto la FXX e abbastanza vicini alla FKK K. Persino la 333 SP è a un tiro di schioppo, nonostante l’uso di pneumatici slick fatto da quest’ultima. Per rendere ancora meglio l’idea del profilo prestazionale della vettura, diciamo che siamo quasi 10 secondi sotto la Enzo e quasi 4.5 secondi sotto LaFerrari.

Roba da non crederci, anche perché con l’avanzamento nella “compressione” dei tempi diventa sempre più difficile accumulare vantaggi così importanti sulle progenitrici. A Maranello però ci riescono. Del resto, qui siamo al top. Non stiamo parlando di una casa qualunque, ma della regina delle aziende del settore. Ovvio che la vettura di punta dell’era contemporanea fosse un missile ruotato. I risultati prestazionali, però, sembrano andare oltre le più rosse previsioni. Diciamo, senza timore di smentita, che questa “rossa” ha spinto l’asticella oltre l’immaginabile. Possiamo parlare di un salto di portata quantica.

Rispetto alle regine della gamma che l’hanno preceduta, la F80 è quella col frazionamento più basso, ma vanta una tecnologia molto più sofisticata e un quadro prestazionale che segna i nuovi riferimenti della specie. Il fatto che non abbia un V12 o un V8 sotto il cofano posteriore deriva dalla connessione con le corse. Gli ingegneri, dopo un’attenta analisi dei parametri, hanno ritenuto che il ricorso alle architetture propulsive delle attuali F1 e della Hypercar 499 P, per 2 volte vincitrice alla 24 Ore di Le Mans, fosse la scelta giusta per la migliore efficienza del modello.

Il legame col motorsport, in questo caso, non è un vessillo di marketing, da sbandierare con leggerezza, ma ha una natura concreta e molto stretta. La Ferrari F80 può essere considerata una vettura da corsa stradale, adatta anche a quanti non indossano abitualmente tuta e casco. Con lei, volendo, si può andare anche in centro, a prendere un caffé al bar, tanta è la sua versatilità. Altri, però, sono i contesti in cui il suo spirito si libera al meglio, regalando emozioni stratosferiche.

Il suo motore V6 biturbo e ibrido, da 3.0 litri di cilindrata, si coniuga alle unità propulsive elettriche, per una potenza di sistema nell’ordine dei 1.200 cavalli. Mai una “rossa” stradale si era spinta a tanto. Non stupisce che le prestazioni siano di riferimento. Il tempo sul giro della pista di Fiorano è di sublime trasparenza narrativa. Anche le altre metriche sono al top, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.1 secondi e da 0 a 200 km/h in 5.75 secondi. La velocità massima si spinge oltre la soglia dei 350 km/h. I materiali sono al top, come le tecnologie e l’aerodinamica. Peccato per l’estetica, avvincente ma forse meno bella di quanto ci si aspettasse. Anche su questo fronte, però, la concorrenza è a debita distanza. Chapeau!

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