Nel 2014 ha compiuto 60 anni, è stata la prima Alfa Romeo realizzata per soddisfare le esigenze del Boom Economico e della relativa motorizzazione di massa.
La storica Alfa Romeo Giulietta 1954: L’origine
Giunta alla terza generazione all’interno di una FCA un po’ americana, è proprio grazie all’aiuto a stelle e strisce che trovò le risorse necessarie per essere progettata sessant’anni fa. Lei era ed e’ Giulietta, la “fidanzata d’Italia”. Essere “Alfisti” e’ una storia che inizia da qui, nel 1954. Gli anni ’50 sono lo scenario in cui un’Italia uscita a pezzi dal secondo conflitto mondiale si rialza e corre verso un benessere chiamato Miracolo Economico. Tale situazione la vive anche Alfa Romeo. Trovatasi con lo stabilimento del Portello semidistrutto, dopo aver sistemato gli edifici e riconvertito la produzione al settore civile, Alfa Romeo era ancora un’azienda a carattere artigianale che occupava non più 6.000 persone. I modelli prodotti erano eleganti e costose vetture per pochi fortunati come la 6C 2500. C’era l’esigenza di cercare un nuovo “filone aureo” per aumentare le vendite, ma c’era anche la necessità di creare una struttura adeguata a questo scopo.
Proprio l’esigenza di aumentare le vendite fece scegliere ai vertici Alfa Romeo di produrre non più vetture d’élite ma automobili pensate per la classe sociale che in quegli anni stava nascendo, la media borghesia. Ecco che nasce Giulietta. Pochi anni prima fu sotto la presidenza di Luraghi che la fabbrica si trasformò da realtà artigianale a moderna industria, per farlo scongiurata una crisi che rischiò di farla chiudere, iniziò la produzione della 1900, il modello da cui deriverà Giulietta. Qui avviene una passaggio fondamentale, epocale per Alfa Romeo, l’introduzione della catena di montaggio. Tale innovazione permette di aumentare la produzione e contemporaneamente diminuire il tempo complessivo necessario all’assemblaggio dell’automobile da 250 a 100 ore. Ora la 1900 non e’ più prodotta in modo artigianale, a tutto vantaggio del costo finale. Non e’ abbastanza però, serve un prodotto più piccolo e maneggevole, meno costoso affidabile e adatto a tutti. Per il rilancio del marchio e la relativa introduzione della catena di montaggio fu decisivo l’utilizzo del fondi del Piano Marshall, il piano americano per rimettere in piedi l’economia europea il quale diede ad Alfa Romeo 5 milioni di Dollari. Il mercato automobilistico italiano si era ripreso e una sorellina più economica della 1900 e da grandi volumi era la priorità. Siamo nel 1954, ecco arrivare Giulietta.
Fidanzata d’Italia. Nata nel 1954 fu presentata al Portello in versione coupè, di colore Rosso Alfa, denominata Giulietta Sprint. Doveva essere ed é stata la vettura della svolta. Andava a cercare un target nuovo, la media borghesia, era qualcosa in più della 500 e del 1100 di FIAT , qualcosa in meno della prestigiosa Alfa 1900. Era nata una vettura dalla linea moderna e sportiva. Adatta ad un pubblico giovane ed appassionato divenne un icona ed un simbolo dell’Italia in ripresa. Oggetto di stile elegante e raffinato diventò il desiderio di tantissimi appassionati. Complici anche le vittorie della casa nel neonato Campionato del Mondo di Formula 1 di pochi anni prima, la piccola “bella e possibile” diede origine al temine “Alfista” per definire coloro che sognavano di possedere o amavano la propria Alfa Romeo.
Le caratteristiche. Nata in configurazione 3 volumi la Giulietta e’ stata la capostipite di uno stile tramandato alla successiva Giulia fino alla moderna GT. Fu di Orazio Satta e Francesco Quaroni l’idea di progettare una vettura di piccola cilindrata per sfondare nella produzione di grande serie. Inizialmente Siglata come progetto 750, carrozzata da Bertone e motorizzata dall’Ing. Luigi Busso poteva mostrare i muscoli grazie ad un propulsore per l’epoca modernissimo. Con una cilindrata di 1290 cm3 il motore della Giulietta Sprint, derivava per soluzioni ed esperienza, dal prestigioso motore della 1900.
Aveva 2 valvole per cilindro doppio albero a camme in testa e 4 cilindri inclinati tra loro di 80 gradi alimentati da un carburatore doppio corpo Solex. Sopratutto il motore della piccola Giulietta aveva il basamento della testata in lega d’alluminio cosi come , sempre in allumino era a scatola del differenziale posteriore. Queste soluzioni permettevano un notevole risparmio di peso su entrambi gli assi. Il risultato era una direzionalita’ straordinaria per l’epoca e una vivacità incredibile. Con poco peso i 50 CV del motore trasformavano la Giulietta in una piccola belva da quasi 140 km/h. Giulietta garantiva una prestazione da Gran Turismo superiore accessibile per la prima volta su larga scala.
Il cambio a 4 marce più retromarcia rimase una leva dietro al volante fino al 1958. Il confort di marcia era ottimo , non dimentichiamo che le sospensioni come molte altre parti della Giulietta dalla prestigiosa 1.900. Su Giulietta sono tarate un po’ più rigide, più adatte ad un uso sportivo, calibrate per il minor peso della vettura. I freni, siamo negli anni ‘50, sono ovviamente ancora a tamburo su entrambi gli assi. Quelli anteriori avevano alette elicoidali in grado di raffreddarli con efficacia. Per l’epoca erano in grado di essere abbastanza prestanti e modulabili.
La versione a 5 porte fu presentata a Torino nel 1955, il successo che la casa si augurava arrivò e le vendite superarono le 130.000 unità. Un curiosità, Giulietta fu la prima vettura in copertina sul primo numero della rivista Quattroruote.
Amata dalle donne. Vuoi per il nome femminile, vuoi per l‘eleganza e la raffinatezza della sua linea la Giulietta e’ stata un auto amata in particolare anche dal pubblico femminile. Proprio per questo fu l’attrice Giulietta Masina a battezzare la Giulietta numero 100.001, proprio per questo è stata Uma Thurman la testimonial della campagna pubblicitaria detta terza generazione di Giulietta nel 2011.