In data 25 giugno l’assemblea Nissan si è riunita per approvare la nuova struttura del comitato di controllo con il board misto franco-nipponico. Nonostante non trapelasse particolare ottimismo, Hiroto Saikawa ha mantenuto il posto di amministratore delegato e così potrà tirare le redini del gruppo grazie al sostegno del 43,4% del socio transalpino. Un evento importante anche perché il primo dopo l’arresto, risalente allo scorso anno, del manager Carlos Ghosn, tornato proprio in questi giorni in tribunale. Piuttosto teso il clima iniziale. Alcuni azionisti hanno cercato di mettere alle strette il Presidente Jean-Dominique-Senard. Il campo d’imputazione? Perseguire esclusivamente gli interessi della sua società durante le trattative tra Fca e Renault. Di rimando, Senard ha spiegato che desidera il bene anche di Nissan.
Il crollo di Yokohama e il blocco Nissan alle negoziazioni Fca Renault
Come ha riportato il quotidiano giapponese Mainichi, pure il gruppo Yokohama ha subito critiche in assemblea. Nello specifico, si è dovuto difendere per gli scarsi risultati conseguiti durante gli ultimi 12 mesi. Anno su anno il produttore di pneumatici ha registrato lo scorso marzo un utile netto in calo 57,3%, ai minimi del 2010, soprattutto per la brusca frenata delle vendite sul mercato statunitense. E lo yen in aumento come valuta rifugio nell’ultimo anno, dove la guerra commerciale fra Usa e Cina si è intensificata, non ha affatto giovato. Eppure, il costruttore del Sol Levante ha venduto qualcosa come 5,65 milioni di vetture, contro le 3,88 milioni unità Renault.
Lo stesso Saikawa ha spiegato di essere attualmente alle prese con la ricostruzione del business automobilistico di Nissan, che ha vissuto mesi complicati. Ma in concomitanza tratterà con Senard sulla futura strategia insieme a Renault. Che deve essere un’operazione da cui entrambi i brand ottengano benefici. Renault detiene il 43,4% di Nissan, mentre Nissan il 15% di Renault, senza però diritto di voto. Il Governo francese ha a sua volta una partecipazione del 15 per cento, che ridurrà in modo da accontentare il partner. Secondo quanto riporta il quotidiano Les Echos, potrebbe rilevare le stesse quote una fetta di imprenditori francese disposti a sollecitare la fusione fra Fca e Renault. Al quale Nissan non è contraria per principio, anche se reclama maggior peso nelle decisioni.
Più trasparenza e rapidità
Su Mainichi si legge che Saikawa è ben consapevole di dovere delle risposte ai vertici aziendali, in quanto per otto anni accanto a Ghosn, imputato di vari reati dai giapponesi, inclusa l’appropriazione indebita di fondi appartenenti al gruppo. Nel frattempo ha ricevuto l’ok la nuova struttura di governance Nissan-Renault, che porta a suddividere poteri e cariche, in precedenza riuniti sotto l’ingombrante figura di Ghosn.
Fra gli 11 nuovi consigliari nominati, ben sette sono esterni indipendenti. Tutte e tre le risoluzioni messe ai voti sono state approvate, tra cui le modifiche apportate all’organigramma in tre aree delle attività di gestione-management, sorveglianza e consulenza. Un sistema che mira ad “aumentare la trasparenza dei processi decisionali”, coniugandola con l’agilità delle procedure.
Gli analisti di Equita Sim hanno scritto “l’esito dell’assemblea di Nissan possa ritenersi favorevole una riapertura delle negoziazioni fra Renault e Fca”. Bisognerà però superare la reticenza del presidente della repubblica francese Emmanuel Macron, che ha invitato la Losanga a concentrarsi sulla partnership con il costruttore asiatico.