In attesa della pubblicazione dei risultati di vendita di Alfa Romeo per il primo semestre del 2019 (i dati ufficiali arriveranno dopo domani), continua la crisi di vendite per il marchio italiano che, con una gamma ridotta all’osso e con pochissime novità arrivate negli ultimi anni, sta attraversando un periodo molto difficile. Lo specchio delle difficoltà di Alfa Romeo in questo 2019 è lo stabilimento di Cassino, sede di produzione di Giulia, Stelvio e Giulietta, i tre modelli principali della gamma della casa italiana.
Come già preannunciato nelle scorse settimane, il prossimo 18 di luglio lo stabilimento di Cassino chiuderà per tre giorni lavorativi con una riapertura prevista per il 24 luglio. Successivamente sono previste altri due giorni di fermo produttivo, il 25 e 26 di luglio, che porteranno ad un totale di 68 giorni di cassa integrazione nel corso dei primi sette mesi del 2019, un dato che, da solo, è più che sufficiente a chiarire come lo stabilimento laziale stia lavorando ben al di sotto delle sue capacità produttive a causa del calo di vendite registrato dai modelli Alfa Romeo.
L’Alfa Romeo di Cassino chiude per le ferie estive
Dopo sette mesi caratterizzati da un costante ricorso alla cassa integrazione, il prossimo 29 di luglio lo stabilimento FCA di Cassino chiuderà per la pausa estiva. L’attività di produzione dei modelli Alfa Romeo, a meno di nuovi ricorsi alla cassa integrazione, dovrebbe riprendere il 22 di agosto dopo oltre tre settimane di stop.
FCA non ha molta fretta di tornare a produrre i modelli di casa Alfa Romeo che, in questi mesi, hanno raccolto vendite ben al di sotto delle attese e che sono ancora lontani dal ricevere le novità promesse (come le varianti ibride di Giulia e Stelvio) che dovrebbero dare una spinta ulteriore alle vendite.
Considerando i 68 giorni di cassa integrazione, i 6 giorni di permessi collettivi ricevuti dai dipendenti dello stabilimento e le varie festività di questi primi sette mesi dell’anno, nel corso del 2019 lo stabilimento di Cassino è stato fermo per circa il 60% del tempo. Questo dato, in misura decisamente superiore rispetto ai semplici dati di vendita, negativi sia in Europa che in Nord America, conferma in modo chiarissimo le difficoltà dello stabilimento laziale.
In attesa dei dati di produzione completi, è facile ipotizzare che Cassino registrerà un nuovo crollo produttivo nel corso del 2019. Come annunciato ad inizio gennaio dai sindacati, nel corso del 2018 a Cassino sono state prodotte 99 mila unità con un calo del 26.7% rispetto ai dati del 2017. Per il 2019 il risultato complessivo dello stabilimento potrebbe essere ben inferiore rispetto ai dati dello scorso anno. Il target delle 100 mila unità prodotto è ancora lontanissimo.
Le novità in arrivo per Cassino
Prima di chiudere, riepiloghiamo, brevemente, quelle che dovrebbero essere le novità in arrivo per lo stabilimento di Cassino. Nei prossimi anni è in programma l’arrivo del restyling di Giulia e Stelvio, un aggiornamento di metà carriera che porterà anche al debutto delle attese varianti ibride plug-in dei due modelli della casa italiana.
Nel frattempo, FCA dovrebbe procedere con il progetto del Maserati D-SUV, il nuovo entry level su base Alfa Romeo Stelvio, prima smentito poi riconfermato dall’azienda ma senza informazioni precise in merito alle tempistiche di avvio della produzione. Il futuro “Levantino” è uno dei progetti meno sicuri del “Piano Italia”, il piano industriale del gruppo FCA per gli stabilimenti italiani che è stato recentemente confermato in via ufficiale dall’azienda.
In cantiere potrebbe esserci anche l’Alfa Romeo GTV, coupé sportiva derivata dall’Alfa Romeo Giulia che era stata inclusa nel piano industriale presentato nel giugno del 2018 da Marchionne senza però mai essere confermata nuovamente dal gruppo FCA nei mesi successivi alla scomparsa dell’ex amministratore delegato del gruppo.