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Tasse auto aziendali: Aniasa attacca governo

Accese discussioni sulla stangata che il governo giallorosso vuole dare sulle auto a noleggio

tasse auto aziendali

Non si placano le polemiche sulle tasse auto aziendali: ora Aniasa (Associazione nazionale industria autonoleggio) attacca il governo giallorosso. La premessa è che oggi 77.000 aziende di ogni dimensione e comparto e 2.900 pubbliche amministrazioni utilizzano per le necessità di mobilità e trasporto i servizi di noleggio veicoli a lungo termine, dice l’Aniasa: auto prese in affitto per un periodo da un anno a cinque anni. L’azienda paga il canone mensile e usa l’auto, o la flotta. Per poi restituire le vetture alla società di noleggio a lungo termine.

Auto aziendali: quale convenienza

Qual è, spiega l’Aniasa, il successo di questa formula? I vantaggi finanziari del noleggio a lungo termine, ma anche gestionali e amministrativi, con risparmi sui costi di circa il 15-18%. L’azienda paga il canone e per il resto non ha oneri di nessun genere: niente tasse di proprietà né assicurazioni Rc auto obbligatorie o polizze aggiuntive facoltative accessorie come la Furto e incendio oppure la Kasko. Inoltre il noleggio a lungo termine si è dimostrato sistema di promozione della correttezza fiscale: niente evasione. Zero sommerso: così viene garantito allo Stato e alle pubbliche amministrazioni locali un flusso costante di entrate tributarie.

Più sicurezza e meno smog

Nel corso degli ultimi anni, prosegue l’Aniasa, il noleggio a lungo termine (il 14% del mercato nazionale) ha avuto ruolo principale per l’immissione sul mercato dell’usato di vetture con minori emissioni e maggiore sicurezza: nel 2019 siamo a 300.000 unità, in particolare Euro 6. In una nazione con città sommerse dalle polveri sottili, con l’Unione europea che vuole appiopparci una maxi-multa di un miliardo di euro per lo smog, e con un parco auto così vetusto da non essere degno di un Paese civile, il noleggio a lungo termine è davvero una manna dal cielo.

Noleggio per uso promiscuo

Le tasse sulle auto aziendali volute dal governo di M5S E Pd va a colpire le vetture a uso promiscuo (esigenze di lavoro e private): uno degli elementi più richiesti nelle politiche retributive delle aziende. Uno dei benefit più desiderati. Su 100 di questi benefit, 76 sono auto dei segmenti inferiori e medi, e il 3% riguarda veicoli di categoria superiore. C’è tanto del gruppo FCA in tutto questo. Infatti i 10 modelli maggiormente richiesti nel 2019 sono Fiat Panda, Renault Clio, Lancia Ypsilon, Fiat 500X, Jeep Renegade, Fiat Tipo, Fiat 500, Nissan Qashqai, Peugeot 3008, Volkswagen Golf.

Tasse auto aziendali: oggi e domani

Ora il canone di noleggio è detraibile solo per il 40% dall’azienda locataria, mentre rimane un costo indetraibile per il restante 60%. Ed è deducibile per il 70% (contro il 100% dell’Europa). L’azienda locataria calcola un benefit in capo al dipendente pari al 30% circa: 4.500 km l’anno per tariffe Aci, come percorrenza privata del veicolo aziendale. Chi usa l’auto paga le imposte con la propria aliquota su tale importo. Nel caso di aumento al 60% del coefficiente per percorrenza privata (come vuole il governo), il dipendente pagherebbe 1.500 euro annui. Un’enormità. Risultato: l’azienda detrae solo il 40% e non deduce il 30%; l’uso privato da parte del dipendente viene tassato col raddoppio dell’importo.

Cosimo Ferri contro la tassazione delle auto aziendali

Anche Cosimo Ferri, di Italia Viva, si dice contrario a tassare al 100% l’uso promiscuo della vettura aziendale. Il calcolo del valore pieno di tassazione di un’auto aziendale a uso promiscuo produce un duplice effetto negativo. Per il dipendente una tassazione iniqua in quanto operata su uno strumento di lavoro che riduce la sua capacità di spesa. Oltretutto per le aziende produttrici di auto, settore già in crisi, causa una diminuzione di vendite: le case automobilistiche non applicherebbero più tale forma di bonus al dipendente.

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