Si parla di ingiunzione fiscale per multe stradali. Ossia per verbali dovuti a infrazioni al Codice della strada. Lo prevede il disegno legge bilancio 2020: quindi, è da vedere se diverrà realtà.
Adesso, se io non pago la multa al Comune, questo mi invia a casa una cartella esattoriale. Si avvale di un esattore, come l’ex Equitalia, attuale Agenzia delle entrate. Obiettivo, anche ripianare i buchi di bilancio per disastrose gestioni politiche, all’insegna delle spese pazze.
Come funzionerà Ingiunzione fiscale sulle multe stradali
L’ingiunzione fiscale per multe stradali è uno strumento alternativo alla cartella esattoriale. Così, il Comune può recuperare le somme che il trasgressore non ha ancora pagato dopo che gli è stata notificata la multa. L’ingiunzione è infatti un ordine di pagamento.
Ingiunzione fiscale per multe stradali: rivoluzione
L’ingiunzione fiscale per multe stradali viene emessa dal competente ufficio comunale. L’automobilista concede 30 giorni per provvedere a pagare. Se non lo fa, c’è il pignoramento dell’importo dovuto. Si tratta dell’ultimo atto del procedimento di accertamento del debito. Ci deve ovviamente essere preceduto dalla comunicazione al debitore del dettaglio delle sua posizione debitoria. Una sorte di ultimo avviso: poi, scatta la tagliola.
Tutto senza l’esattore
Così, il Comune vince facile. Senza esattore. Fa da sé, spendendo pochissimo, e avendo uno strumento di grande efficacia. D’altronde, l’Anci, l’Associazione dei Comuni, in occasione di un’audizione sulla manovra nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, si è appellata a tutti i parlamentari. Il motivo? Chiede attenzione per i propri emendamenti alla manovra.
Servono un sacco di soldi. La principale preoccupazione dell’Anci riguarda il ripristino del taglio alla spesa di 564 milioni di euro. Senza queste risorse, la manovra non può che risultare carente nel fornire adeguato sostegno alla parte corrente dei bilanci comunali.