Ennesima giravolta del governo in tema di tassa auto aziendali dipendenti: stretta solo sui nuovi contratti. Sulle nuove immatricolazioni. Un esecutivo che, in fatto di sicurezza stradale e mobilità, sta mostrando la sua inadeguatezza. Durante l’audizione sulla manovra davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato a Palazzo Madama, ha parlato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Ecco l’annuncio: la norma verrà applicata solo ai nuovi contratti. Non a tutti come inizialmente previsto. Quindi, colpite 300.000 auto aziendali, non milioni di auto aziendali. Perché 300.000? Perché queste sono le auto nuove che ogni anno le aziende fanno entrare nel parco, nella flotta.
Tasse Auto Aziendali 2020 solo nuovi contratti.
La tassa non riguarderà le auto aziendali utilizzate dagli agenti e dai rappresentanti di commercio. Le auto aziendali elettriche e ibride non pagheranno. Il ministro spinge affinché le aziende si dotino di auto non inquinanti.
Elettriche ed ibride non pagheranno
Così, alla fine, se questa norma passa, le società dovranno dirigersi verso le auto indicate dal governo. Un’assurdità. Le aziende hanno specifiche esigenze di mobilità, legate a mille fattori. Per esempio, se un’auto aziendale deve percorrere 30.000 km annui, è allucinante che debba dirigersi verso un’elettrica. È ovvio che preferisca una macchina a gasolio. In epoca di crisi, con la disoccupazione che è uno psicodramma sociale, imporre una regola simile è un controsenso.
Le osservazioni dell’Aniasa.
Intanto, l’Aniasa (Associazione autonoleggio) va all’attacco. In considerazione della situazione di difficile transizione industriale che sta affrontando la filiera nazionale dell’auto (che sta richiedendo ingenti investimenti). C’è la necessità di sostenere il mercato delle auto aziendali. Così, l’Aniasa richiede il ritiro immediato della tassa auto aziendali. E la contestuale introduzione di disposizioni concrete ed efficaci per agevolare la transizione verso le decarbonizzazione del settore.
Disastro del governo conte bis.
Occhio: la novità legislativa colpirebbe pesantemente i dipendenti che ricevono l’auto in benefit come parte della loro retribuzione salariale. E influirebbe anche sulle aziende per le quali aumenterebbe l’imponibile contributivo e l’onere per il TFR. In definitiva, verrebbe azzerato l’appeal fiscale e contributivo oggi presente in caso di assegnazione di auto in uso promiscuo a dipendenti. Complimenti al governo M5S-Pd.