Niente da fare per il nostro Paese in materia di incidenti mortali. Vittime della strada, Italia flop. L’Unione europea ha imposto un obiettivo all’Italia che abbiamo mancato due volte. Dal 2001 al 2010, non siamo riusciti a dimezzare i morti sulle strade; dal 2011 al 2020, non ci siamo riusciti per la seconda volta. Lo si può già dire il 19 novembre 2019, sulla scorta dei dati più recenti.
Sicurezza stradale: cosa fa l’Italia
Comunque, sono trascorsi quasi due anni dall’istituzione in Italia della Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada. Per sensibilizzare chi guida. Il ministero dei Trasporti dice che bisogna reagire con i fatti, riflettendo su quanto è stato a oggi realizzato. Si deve pensare a quanto ancora si deve realizzare per raggiungere l’ambizioso obiettivo “zero vittime sulla strada” entro il 2050.
Statistiche incidenti in Italia
Le statistiche ufficiali sugli incidenti stradali in Italia evidenziano un costante decremento del numero delle vittime: erano 7.096 nell’anno 2001; poi 4.114 nel 2010, sino ad arrivare a 3.334 per il 2018. L’aiuto è arrivato dalla crisi: meno auto in circolazione con le famiglie che hanno voluto spendere meno in benzina e pedaggi. E quindi, di conseguenza, meno incidenti. Ma in quanto a vittime della strada, Italia flop. Siamo ben lontani dal doppio target del dimezzamento dei lenzuoli bianchi sull’asfalto. Anche per colpa di un Codice della strada ormai antiquato.
30 dispositivi avanzati di sicurezza OBBLIGATORI inseriti nelle nuove norme europee dal parlamento il 16 aprile 2019 vediamole di seguito: il sistema di adattamento intelligente della velocità, il sistema di avviso della distrazione del conducente e il sistema di frenata d’emergenza. Le tecnologie di sicurezza obbligatorie potrebbero salvare oltre 25mila vite ed evitare almeno 14mila feriti gravi entro il 2038. Il 95% degli incidenti stradali dipende infatti da errori di tipo umano.
Multe con le telecamere: utili?
Secondo il ministero, la Giornata della commemorazione delle vittime della strada non può e non deve rimanere un evento isolato. Dev’essere uno stimolo per continuare a rafforzare e alimentare la convinzione di dover accrescere la cultura della sicurezza stradale. Ma forse la via seguita in Italia per fare sicurezza stradale è sbagliata: le telecamere. Gli autovelox ovunque, i Tutor, le Ztl, gli occhi elettronici ai semafori. Risultato? Vittime della strada, Italia flop. Servirebbero più controlli in carne e ossa delle Forze dell’ordine. Che però, sottodimensionate, fanno quello che possono.
Incidenti stradali: assassini silenziosi
Gli incidenti stradali sono assassini silenziosi, dice l’Unione europea. Anche in Italia. Nel senso che spesso passano inosservati nella sfera pubblica. Eppure solo in Europa provocano ogni settimana la morte di un numero di persone (circa 500) pari al numero di passeggeri che possono entrare in un jumbo jet. La premessa che ogni perdita di vite umane è inaccettabile deve essere alla base di tutte le decisioni sulla sicurezza stradale.
Distrazione da smartphone: un guaio per gli incidenti
Fra le piaghe da combattere, la guida distratta da smartphone. Che viene tenuto in mano: è vietato. Secondo l’Ue, si deve essere pronti a far fronte alle nuove tendenze, come il fenomeno crescente delle distrazioni dovute a dispositivi mobili. Non solo. Stanno emergendo nuovi rischi: la presenza di veicoli con una vasta gamma di diverse capacità automatizzate e collegate in circolazione insieme a veicoli “tradizionali” e a utenti della strada vulnerabili come motociclisti, ciclisti e pedoni.
Strade italiane e incidenti: come siamo messi
Il problema è che le strade italiane sono in uno stato pietoso: in città e sulle provinciali. Fanno eccezione le autostrade (tranne casi drammatici). In Europa, si stima che lo stato delle infrastrutture stradali e delle zone circostanti contribuisca a più del 30 % degli incidenti. Occorrono strade che perdonino l’errore: con barriere mediane di sicurezza per fare sì che gli sbagli alla guida non abbiano conseguenze gravi.
La tecnologia delle auto per la sicurezza stradale
La revisione del regolamento sulla sicurezza generale dei veicoli, approvata all’inizio del 2019, impone nuove funzioni di sicurezza avanzate. In particolare, l’adattamento intelligente della velocità, il sistema di emergenza di mantenimento della corsia. Tutto questo, in Europa, contribuirà a salvare almeno 7 300 vite umane e a evitare 38.900 feriti gravi entro il 2030. Si salveranno a 25.000 vite umane e ci saranno 140.000 feriti gravi in meno entro il 2037.
Alcol e incidenti: andiamo male
Altra nota dolente nazionale sono gli incidenti da alcol. Anche per questo, vittime della strada, Italia flop. Gli etilometri in uso alle Forze dell’ordine sono pochissimi, e per mesi non sono stati revisionati. Vittime della strada, Italia flop. Peggio ancora con la guida in stato alterato da droga. Eppure, secondo l’Ue, è realistico stimare che l’alcol sia implicato nel 25% circa dei decessi sulle strade. La portata dell’influsso delle sostanze stupefacenti è ancora più difficile da accertare, in quanto non esistono metodologie di verifica armonizzate. È stato tuttavia dimostrato che guidare sotto l’effetto di alcuni farmaci o sostanze stupefacenti illegali può moltiplicare il rischio di incidenti fra 2 e 7 volte. L’Italia è messa così male che non ha neppure statistiche in merito. Come combattere un problema se sotto mano non ci sono i numeri?
Alcolock: quale futuro
La Commissione europea sta valutando (da anni) l’opportunità di misure che rendano obbligatoria l’installazione sui veicoli di dispositivi di tipo alcolock. Cos’è? Un dispositivo che impedisce l’accensione del veicolo al superamento di un tasso di alcolemia prestabilito. Prima di avviare il motore, il guidatore deve soffiare in un dispositivo: se la soglia è oltre mezzo grammo di alcol per litro di sangue, la vettura non parte.