Il presidente di FCA John Elkann ha respinto gli attacchi che General Motors ha rivolto a FCA. Gli americani hanno persino chiamato in causa Marchionne, il quale avrebbe organizzato un piano di corruzione dei sindacati per danneggiare la controparte. Un vero e proprio tentativo di attacco secondo John Elkann che ha risposto duramente: “Consideriamo il fatto che questa sia una causa da trattare nei luoghi adeguati. Si tratta di un’accusa priva di ogni fondamento e quindi la cosa non ci preoccupa”.
Ma General Motors, nonostante le loro dichiarazioni siano state definite “una manovra sconcertante” da FCA, ha detto di non aver deciso di denunciare FCA con leggerezza. Però c’è un fatto; se la tesi portata avanti da GM sarà accolta dai magistrati, FCA potrebbe pagare circa 6 miliardi di dollari. Lo stesso ammontare (è un caso?) dell’extradividendo previsto dalla fusione con PSA.
In General Motors c’è spazio persino per parlare di Marchionne
John Elkann poi ha proseguito, mettendo in evidenza che “Marchionne non si può difendere, per questo mi dispiace che si lancino accuse false contro di lui”. A questo punto Elkann ha ribadito la posizione nei confronti di PSA, aggiungendo di contare sull’arrivo del memorandum di intesa con PSA “entro la fine dell’anno, con la convinzione che le due società possono realizzare assieme il loro potenziale”.
In definitiva Elkann non ha alcun timore sul peso che le dichiarazioni di General Motors possono avere nei confronti della fusione col Gruppo PSA. “I lavori procedono al meglio. Ci difenderemo con tutte le nostre forze. Le accuse di General Motors sono un ulteriore tentativo di voler distogliere l’attenzione dalle sfide proprie di questa società”.
Le dichiarazioni di John Elkann hanno anche fermato il calo del titolo FCA in Borsa che aveva toccato punte del 5%.