Sulle tasse auto aziendali, il Governo M5S-Pd si sta giocando la credibilità. La stangata fiscale sull’auto aziendale, nella nuova formulazione anticipata dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, deprime il mercato dell’auto dal 2020. In più, determinerà minori entrate per l’erario e gli Enti locali per un miliardo di euro. Altro che le maggiori entrate di 300 milioni di euro stimati dal ministero.
Che cosa può accadere con le tasse auto aziendali
Se le tasse auto aziendali diverranno realtà, le aziende prorogheranno i contratti in essere, rinunciando a nuove immatricolazioni. Un autogol dal punto di vista economico e ambientale, lo definisce l’Aniasa (Associazione autonoleggio).
Auto aziendale da tutelare
L’auto aziendale (oggi il 40% delle nuove immatricolazioni) subirà da gennaio 2020 un brusco stop. Questo si rifletterà sul mercato automotive nazionale. Proprio oggi che il settore necessita di ossigeno, proprio ora che l’economia ha bisogno di spinte propulsive.
Interviene il premier sull’auto aziendale
Ma adesso il premier Giuseppe Conte interviene. Dopo la prima versione, poi una parziale retromarcia, e ora le parole del presidente del Consiglio. In fatto di tasse auto aziendali, è il Governo del sì, del forse, del no, della giravolta. Sentiamo Conte: dice che ogni scelta politica, attraverso l’adozione di meccanismi incentivanti o disincentivanti, ha implicazioni molto serie. Si deve agire con attenzione. L’Esecutivo sta lavorando sulla norma sui benefit alle auto aziendali. Perché il Governo ha fatto ammenda, dice. Una norma simile rischia di danneggiare il nostro sistema produttivo. Si opera per rimodularla completamente fino a svuotarne l’effetto negativo su un comparto oggettivamente in difficoltà. I cittadini attendono la quinta e poi la sesta e l’ulteriore puntata di una telenovela stucchevole.