Riforma classi Rc auto nel decreto fiscale: un emendamento ha avuto l’ok. Ma non è legge: molti siti Internet urlano che c’è la nuova norma. Fesseria. Ora non c’è niente. Esiste una proposta di modifica al decreto fiscale. Se questa proposta otterrà il sì finale del Parlamento, allora la regola sarà definitiva. La posta in gioco è alta: addirittura, il decreto potrebbe passare con la fiducia al Governo. Ma la domanda è: questo emendamento alla manovra farà pagare meno? Automobilisti e motociclisti, neopatentati ed esperti, risparmieranno sulle polizze? La risposta dei siti Internet è sì: questa è la seconda bufala. Ora vi spieghiamo il perché.
Riforma classi Rc auto: cosa dice Caso
Andrea Caso, grillino, è tutto contento: dice che nel decreto fiscale è riuscito a ottenere una importante novità nel settore assicurativo. Grazie ad un emendamento, a sua prima firma, si potrà beneficiare ora della fascia assicurativa più bassa fra tutti i veicoli di proprietà del nucleo familiare. Nell’ipotesi in cui si disponga di un motorino in 14esima fascia e di un’auto in prima, a partire dal prossimo rinnovo dell’assicurazione, anche per il motorino di passerà in prima fascia, con un risparmio considerevole sul premio. Per le famiglie italiane è una boccata d’ossigeno, sostiene Caso. La considera una vittoria del MoVimento 5 Stelle, che già nella passata legislatura aveva tentato di ridurre le tariffe assicurative. Aggiungiamo che serve un requisito: zero incidenti causati negli ultimi cinque anni.
Risparmio Rc auto: bufala
Premesso che Andrea Caso ha scritto l’emendamento in buona fede, e che non siamo davanti a un politico sporco il quale cura gli interessi delle compagnie assicuratrici distruggendo i diritti di automobilisti e motociclisti, comunque il grillino ha preso un abbaglio. Per una ragione molto semplice: le assicurazioni, dal 1994, anno della liberalizzazione Rca, fanno e continueranno a fare quello che vogliono in tema di tariffe Rca. Possono alzare i prezzi, rincarare le polizze di chi abita al Sud, stangare i residenti di Napoli e Caserta. E comodamente aggirare in modo legale le nuove leggi.
Come per la Legge Bersani Rca
La legge Bersani del 2007 impone alle compagnie di fare entrare il figlio nella prima classe del padre. Obiettivo: risparmio per le famiglie. Come hanno reagito le compagnie? Il figlio che eredita la prima classe del padre non paga come il padre, a parità di auto. Paga enormemente di più. I parametri delle compagnie dicono: se tizio guadagna la classe di merito sul campo, paga poco. Se caio eredita la classe, paga il doppio di tizio. Il principio è: premiare il guidatore virtuoso che ha fatto gavetta per anni, dare il giusto sovrapprezzo a chi invece quella classe la sta maturando. Se la eredita da “papà o mammà”, allora il ragazzino va stangato. Che piaccia o no, è così. Un po’ come se una legge volesse regalare il reddito di cittadinanza al ragazzino che non ha voglia di lavorare: l’emendamento regala la classe Rca a chi non ha mai fatto niente per ottenerla.
Nuove classi di merito Rc auto: cosa può accadere
Esempio. Oggi: auto in prima classe paga 500 euro l’anno a Roma; moto in classe 13 paga 1.000 euro. Domani, con la riforma Caso, l’obiettivo è: auto e moto pagano 500 euro. Ma le compagnie cambieranno i parametri: potranno imporre i prezzi che vogliono. Aggireranno legalmente la riforma Caso come hanno fatto con la Legge Bersani del 2007. È il libero mercato. Per esempio, la compagnia ti potrà fare pagare di meno la moto in classe 13, ma di più l’auto in classe 1. O rincarare le tariffe di chi sta nel mezzo.
Compagnie assicuratrici: non enti di beneficenza
Vanno criticate le compagnie perché impongono le proprie politiche tariffarie? No. Le compagnie sono società create da gruppi enormi che hanno un target preciso: fare soldi. Macinare profitti. Ci sono bilanci aziendali da rispettare: se le entrate si abbassano, anche le uscite devono farlo. Equilibrio nel flusso di cassa. Nel pieno rispetto delle regole.
L’Ania stronca la riforma Rc auto
Infatti, l’Ania (la Confindustria delle compagnie) stronca questa riforma tariffaria. I proclami entusiastici con cui è stata accolta l’approvazione dell’emendamento Rc auto sono una vittoria di Pirro: così l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici commenta il via libera alla norma in tema di assicurazione auto da parte della Commissione Finanze della Camera. questa disposizione, se definitivamente approvata, condurrebbe a conseguenze davvero distorsive per la sostenibilità del sistema assicurativo della rc auto, a danno di tutti gli utenti. il dato sugli incidenti causati da ciascun assicurato si azzera in fase di rinnovo, impedendo di valorizzare le condotte di guida virtuose a scapito di quelle meno prudenti o, addirittura, troppo disinvolte.
Occhio alla legnata Rca sui poveri
Sentiamo l’Ania: il meccanismo diventa così ancor più antitetico rispetto ai principi base della più sana mutualità assicurativa, a danno evidente soprattutto di coloro i quali, in quanto single o membri di famiglie in cui vi è un solo veicolo, non potrebbero avvalersi delle nuove agevolazioni. Nessuna equa ridistribuzione degli oneri e dei costi. Quest’ultimo provvedimento, lungi dal produrre gli effetti utili attesi, finirebbe in ogni caso per impattare negativamente sui prezzi. Soprattutto a danno degli utenti più virtuosi e delle famiglie presumibilmente appartenenti alle classi meno agiate che posseggono un solo mezzo. Qui finisce il commento Ania. Aggiungiamo noi: bel colpo, M5S; chi ha meno soldi paga di più.
Come agire sulla Rc auto
Se proprio si vuole cambiare la Rc auto, serve una riforma organica e intelligente. Per esempio, un disegno legge che consenta all’automobilista di salutare la compagnia quando vuole, come nella telefonia. Eppoi, eliminazione dell’indennizzo diretto. Massima e totale libertà di scelta del carrozziere indipendente, per una riparazione a regola d’arte, per sottrarre il mercato Rca al controllo delle compagnie. Che spingono il danneggiato fra le braccia dei carrozzieri convenzionati.